‘Noi Allegri non lo vogliamo’: così il 16 luglio i tifosi bianconeri accoglievano per la prima volta Max Allegri, dopo l’addio inaspettato e improvviso di Antonio Conte. L’allenatore pugliese lascia un vuoto apparentemente incolmabile, e Allegri non basta a colmare questo abisso. ‘Capisco lo scetticismo dei tifosi, in un giorno è cambiato l’allenatore della Juventus. Come riconquistarli? Con i risultati, lavoro, rispetto, professionalità.’
La sua costante: il centrocampo
Allegri pensa subito che lasciare fuori uno tra Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal sia un crimine contro l’umanità. Ecco perché inventa un 4-3-1-2 con il cileno trequartista. Sarà una svolta decisiva: in Champions la Juventus passa spesso in vantaggio per poi blindare il risultato col passaggio al 3-5-2. Il cambio modulo sarà una costante fino alla finale di Berlino. Contare su un centrocampo prolifico e d’esperienza è fondamentale per l’allenatore toscano: è grazie ad un gol di Pogba che la Juve passa il girone, soffrendo (e non poco) contro i greci dell’Olympiacos, partita in cui Pirlo aprì le marcature e consegnò il pallone in testa a Llorente.
Col fenomeno bresciano è soprattutto un lavoro di gestione, che lo porterà ad adattare Marchisio, in caso di necessità, al centro del centrocampo. Vidal dirà del tecnico toscano: “Allegri ha cambiato il nostro modo di giocare rispetto a Conte. La squadra si è trovata bene e abbiamo fatto grandi cose sino ad ora”.
Allegri, Pogba e quell’amore sbocciato
Per Paul Pogba, inutile nasconderlo, il tecnico bianconero ha un debole. Paul, da figlio dispettoso, fa arrabbiare il padre. A centrocampo Paul si diverte, gioca di suola, scherza con gli avversari: Max si arrabbia, sbraita. Ma infondo lo vuole bene. Lui lo rimprovera, lo corregge, portandolo ad essere la mezzala più forte al mondo. I due si voglionobene, si divertono e…si sfidano.
Il gioco di Allegri
Ultimamente la Juventus non gioca come ci si aspetta, questo è risaputo. Qualcuno accusa Allegri di andar avanti grazie alla squadra lasciata in eredità da Antonio Conte. In realtà la Juve di Conte non esiste più da un pezzo: Allegri ha immediatamente cambiato volto alla sua squadra, innanzitutto inserendo il trequartista sin da subito. Col pilota automatico difficilmente si arriva in finale di Champions e si domina a Monaco.
Ciò che paga adesso mister Allegri, così come gli anni precedenti ad inizio stagione, è la condizione fisica: i troppi infortuni hanno decimato i giocatori a sua disposizione, condizionandone le prestazioni. Da agosto a questa parte non ha ancora avuto la rosa pienamente disponibile: da Marchisio a Dybala, passando per Barzagli, ha dovuto sempre fronteggiare qualche assenza di troppo. Aldilà di tutto, il lavoro svolto fin qui da Allegri è sicuramente positivo: la Juventus è l’unica squadra europea ad essere in testa sia in Europa che in patria.
Ma ovviamente il calcio è uno sport decisamente soggettivo, ognuno ha il proprio modo di vedere. Di oggettivo ci sono solamente risultati e trofei, e in questo Allegri non ha certamente deluso. Lui stesso ha dichiarato di aspettarsi la miglior Juve a marzo, dove ci si gioca lo scudetto e la Champions League. Lo scatto finale sarà sicuramente decisivo, ma in una corsa a lunghe tratte vince chi ha più fiato. Questa è l’ora di spingere; anzi, di andare al Max.