Sparagli Juve, sparagli ancora

C’erano una volta alla Juve tre difensori (Barzagli, Benatia, Chiellini) e tre attaccanti (Higuain, Dybala, Pjaca). No, non parliamo dei consueti allenamenti ‘difensori contro attaccanti’. Ciò che accomuna i sei bianconeri è altro: l’indisponibilità.

La Juventus però fa di necessità virtù: espugna un Sánchez-Pizjuán infernale e riprende la vetta del girone H di Champions League.

LE SCELTE DI ALLEGRI

Un po’ forzate le scelte del mister: con un solo attaccante è necessario cambiare modulo. Mister Allegri schiera un 4-3-3 che per larghi tratti della gara è più un 4-5-1; una disposizione tattica simile al match di Monaco. In difesa, per evitare di rischiare altri infortuni, è Rugani ad affiancare Bonucci e non Chiellini. A centrocampo si torna a sorridere: finalmente sono tutti disponibili. In attacco la vera sorpresa è la posizione di Alex Sandro; insieme a lui Mandžukić e Cuadrado.

LA PARTITA

Spagnoli aggressivi, in entrambi i sensi, sin da subito: al primo tiro sono già in vantaggio grazie ad una botta da fuori di Pareja. Nonostante il gol la partita non decolla: il Siviglia provoca, ma la Juve è più furba. Iniziano a volare ammonizioni a destra e a manca. Apre le danze Mandžukić, lo segue Vazquez per due volte: gli spagnoli restano in dieci. L’espulsione suona la carica: la Juventus gioca decisamente meglio, il Siviglia si chiude a riccio ma il pareggio arriva su rigore con Marchisio.juve

Nel secondo tempo la Juve entra male in campo: troppe distrazioni, passaggi sbagliati, rischi inutili. Gli spagnoli difendono senza troppi affanni, il possesso juventino è fin troppo sterile. Improvvisamente Bonucci colpisce con un bolide mancino da fuori. La chiude poi Mandžukić, al termine di una partita tutt’altro che memorabile. Per la terza volta la Juventus fa bottino pieno in trasferta, segnando tre gol al Siviglia che non aveva ancora subito gol in questa Champions.

JUVE COME LA FENICE

#JuveArt Mandzukic

Stasera la Juventus ci arricchisce ancora una volta con un bellissimo capitolo di questo magnifico libro. ‘Post fata resurgo’, come la fenice risorge dalla proprie ceneri. Ci insegna che c’è luce anche nelle notti più buie, perché questo si era preannunciato. Mandžukić è colui che tiene la lampada accesa la notte: davanti a sé vede solo buio, ma illumina la strada al gruppo. Il suo gol nel finale scaccia via qualche fantasma e spiana la strada per i tre punti. La sua prestazione delude un po’ le aspettative del tifoso medio. Il croato tuttavia gioca una partita tutt’altro che scontata: unico terminale offensivo a dover fronteggiare una difesa solida come quella del Siviglia. Oggi era fondamentale ritrovare il suo gol pure in Europa ed è puntualmente arrivato; per dirla alla Franco Califano ‘tutto il resto è noia’.

UNO SGUARDO AVANTI

La Juventus riacciuffa il primato dopo averlo lasciato nel match casalingo contro il Lione. È singolare come la Juve abbia vinto fino ad ora solo in trasferta: degli undici punti guadagnati fin qui, ben nove sono stati raccolti in terra estera. Allo Stadium la Juventus non ha ancora vinto: fu 0-0 al match d’esordio contro il Siviglia ed 1-1 contro il Lione. Può essere questo un buon motivo per non sottovalutare la sfida casalinga del 7 dicembre contro la Dinamo Zagabria. Con il passaggio del turno già in cassaforte, passare da primi diventa fondamentale e per farlo bisogna solamente vincere. L’anno scorso la Juventus pagò dazio una distrazione proprio all’ultima del girone, sarebbe il caso di non ripetere certi errori.

Avete presente Piero, noto personaggio della canzone di De Andrè? La sua fine è tragicomica. Esitò nel colpire il suo nemico e finì per essere travolto. Fu così anche la Juventus l’anno scorso: graziò il Siviglia, che poi vinse l’Europa League, per poi essere eliminata anzitempo. Juve, è l’ora di essere predatori. “Sparagli Juve, sparagli ora; e dopo un colpo sparagli ancora”. È così che si va avanti.

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