Massimo Carrera è primo in classifica nella Russian Premier League con il suo Spartak Mosca (34 punti, +3 sullo Zenit), dopo essere arrivato in Russia in estate da semplice assistente di Alenichev, esonerato dopo il preliminare di Europa League perso contro i non irresistibili ciprioti dell’AEK Larnaca. Un susseguirsi di eventi e circostanze, come ai tempi della panchina ad interim alla Juventus, ancora una volta il destino gli concede una chance da protagonista. E lui la coglie al volo. Ecco quanto raccolto dal sito di Gianluca Di Marzio.
“Cosa avrei risposto se me l’avessero detto in estate? Che era impossibile, inimmaginabile. Sono venuto qui da assistente, poi ho accettato questa sfida e la responsabilità di fare del mio meglio per portare lo Spartak più in alto possibile”. Più in alto di così però c’è solo il titolo, che manca da queste parti dal 2001. Pressione? Neanche per scherzo: “Quando un allenatore accetta di allenare la squadra la pressione c’è sempre, qualunque sia l’obiettivo. E qui è ancora più alta, perché lo Spartak è un po’ come la Juventus di Russia. Ma non mi spaventa per niente”.
In un video che circola sul web si vede Carrera che alla fine della partita contro l’Anzhi, vinta 2-0, abbraccia uno per uno i giocatori e grida loro “Guerrieri! I miei guerrieri!”. “Entrare in sintonia con i giocatori, formare un gruppo di amici, una famiglia. Questo è il segreto principale per arrivare al successo. Siamo uniti, nessuno pensa al singolo ma tutti pensano al bene dello Spartak”. Parole vagamente contiane, lui che di Conte è stato anche sostituto nel 2012 alla Juventus, quando l’attuale allenatore del Chelsea era squalificato per l’inchiesta sul calcioscommesse: “Anche in quella circostanza mi trovai quasi per caso in panchina, all’inizio non era stata presa in considerazione quest’idea. C’erano altre opzioni, come affidare la squadra nei 90’ a Baroni che a quel tempo allenava la Primavera. Poi invece toccò a me e io ho semplicemente portato le idee che Conte sviluppava in settimana. Condividevo la sua idea di calcio e fu tutto più semplice”. Per questo, in fondo, non è sorpreso dal fatto che i due condividano ora lo stesso destino, essere primi in classifica in un campionato straniero: “Non avevo dubbi su Antonio. Lo ritengo uno dei più bravi e sapevo che avrebbe fatto bene anche al Chelsea”.
L’Italia… non è poi così lontana. “Guardo i risultati ma non ho tanto tempo per guardare le partite. Quando posso guardo la Juve. Dicono che gioca male? Beh… intanto vince”. E poi la miracolosa Atalanta, di cui è stato bandiera: “Con Gasperini ho giocato quando ero giovane a Pescara, lui era a fine carriera. Lo conosco come persona, è un uomo vero e non avevo dubbi che dopo Genova avrebbe fatto bene anche a Bergamo. È l’allenatore ideale per l’Atalanta, perché lì si valorizzano i giovani. Che grinta, questa squadra”. Chissà, magari un giorno lo affronterà in Serie A… “No, per il momento sono concentrato sullo Spartak. Voglio impegnarmi al massimo qui, mi interessa solo questo”. E c’è da credergli, con un’impresa così da portare a termine…
This post was last modified on 23 Novembre 2016 - 10:24