28/02/2000: a Torino Inzaghi e Davids stendono la Roma di Capello in un match non senza qualche polemica. Ottanta chilometri più in là, a Vercelli, nasce Moise Bioty Kean, destinato a scrivere la storia del nuovo millennio.
Alla Juventus il talento del ragazzino vercellese, con chiare origini ivoriane, strega gli addetti ai lavori e gli consente di bruciare le tappe. Grazie ai 24 gol in 25 partite con gli allievi arriva la convocazione in primavera, che ringrazierà con un gol alla Fiorentina in Coppa Italia.
Ad un certo punto talento ed occasione si fondono: dalla Croazia giunge la notizia che Pjaca starà lontano dai campi per un bel po’. Dunque Max Allegri inizia a far qualche pensierino sul giovane sedicenne: la prima convocazione arriva in occasione di Juventus-Udinese, è il 15 ottobre 2016. Nonostante ciò le possibilità di un suo debutto sono piuttosto remote: lì davanti, tra Dybala, Mandžukić e Higuain c’è già abbastanza concorrenza. Questa però è una storia di karma: una settimana dopo Dybala esce anzitempo dal campo per un problema muscolare. Ciò che qualche settimana fa poteva sembrar utopico, inizia ad assumere una dimensione pressoché concreta.
Il 19 novembre 2016 il ragazzino di Vercelli scrive un pezzo di storia, un primato che per il resto del millennio nessuno potrà contendergli. Allegri lo rende eterno: non è di certo un eufemismo quando si dice che Moise Bioty Kean entra di diritto nella storiografia moderna. Diventa il primo ragazzino del nuovo millennio ad esordire nel massimo campionato italiano, non male. E pensare che quando sua madre lo concepì il suo capitano, Gianluigi Buffon, era già una solida certezza del calcio italiano. Oggi Mario Mandžukić battezza il suo esordio nel calcio che conta, con l’auspicio che mantenga le promesse.
Come disse John Locke, “Questa falena presto emergerà. Ora è dentro che lotta, che si scava la via attraverso la corteccia del bozzolo. Adesso la potrei aiutare, con il coltello. Potrei allargare il foro e la falena sarebbe libera, ma troppo debole per poter sopravvivere. In natura si lotta per diventare forti“. Il ragazzino ha tanta voglia di lottare, ma non vuole certamente che nessuno allarghi quel foro. La strada imboccata è quella giusta, ma è ancora lunga e piena di bivi.
This post was last modified on 20 Novembre 2016 - 17:55