Dopo la sosta, l’attesa per il ritorno in campo della Juventus era tanta. Un match, storicamente, complicato; più per il rientro dalla settimana di stop, che per il blasone dell’avversario, con tutto il rispetto dovuto al Pescara. La squadra di Allegri non tradisce, annientando l’avversario con un sonoro 3-0.
Inizio un po’ timido della Juventus che prova, come usuale, ad impostare l’azione con il giro palla arretrato. Con pazienza, i bianconeri cercano di costruire le proprie occasioni, lasciando spazio però a qualche (rara) ripartenza. Pericolosa quella di Caprari che di fronte a Neto mette fuori, disturbato da Rugani. Il vantaggio bianconero non tarda ad arrivare: Khedira si inserisce centralmente entrando in aera, uno-due con Mandzukic e grande esterno sul palo lungo di Bizzarri. 1-0. La prima frazione di gioco si esaurisce senza più grandi emozioni. La Juve ingrana una marcia decisamente più alta nella ripresa: pressing alto e sana cattiveria. Il risultato è immediato: Sandro va al cross, Khedira di testa innesca Manzukic che batte facilmente il portiere avversario. Il triplo vantaggio è merito di Hernanes che fa valere le proprie doti balistiche, gran tiro da fuori area e 3-0. Gli ultimi minuti sono un monologo a tinte bianconere. Nota lieta è l’ingresso del giovanisso Kean, primo classe 2000 ad esordire in Serie A. Evra salva la porta di Neto a pochi minuti dal termine, respingendo quasi sulla linea. Dopo 5 partite in cui subiva gol, la Juventus riesce a mantenere la porta inviolata.
Per arginare i bianconeri, Oddo decide di schierare un modulo speculare, optando per la difesa a 3. Un 3-5-2,
Le corsie sono speso intasate ed affollate, per questo si rendono necessarie le giocate individuali; Alex Sandro è, come sempre, molto intraprendente, cercando spesso il cross per sfruttare le doti aeree degli attaccanti. Dall’altra parte, l’ingresso di Cuadrado (che rileva Lichtsteiner) dona vivacità, ma meno copertura. Diversa è
Buona la prova degli attaccanti. Higuain non trova la via del gol, ma si rende utilissimo. Gioca tantissimo con la squadra, dando una grande mano in fase di impostazione; tante utili sponde al servizio dei compagni. Negli ultimi minuti si fa sentire anche in fase difensiva, dando una mano a centrocampo e difesa. Mandzukic corre sempre su ogni pallone e trova anche la marcatura. L’intesa tra i due vive di luci ed ombre, qualche ottima combinazione intervallata da momenti in cui il duetto latitava. I due, comunque, si integrano molto bene: se il croato fa la prima punta, si abbassa l’argentino e viceversa. Una cosa pare certa: la doppia punta pesante è una soluzione e non un ripiego.
This post was last modified on 20 Novembre 2016 - 09:45