Marek Hamšík, capitano del Napoli, ha parlato al Corriere dello Sport. Lo slovacco è vicino a un traguardo importante: cinquecento partite da professioniste. Tante con la maglia azzurra e, poi, con la fascia. Ma sarebbe potuta andare diversamente.
Vicino a Juventus, Inter e Milan? “Confermo. Credo sia chiaro che in Italia non ci sarà una squadra per me che non sia il Napoli, ma credo anche che esistano i margini affinché io chiuda qua la mia carriera. È una possibilità seria che ciò accada, sono stracontento di stare qua”.
Il legame con il Napoli, ormai, è indissolubile: “Studiai la storia del club, subito, e mi piacque. Il resto lo ha fatto De Laurentiis, con il quale ho un rapporto straordinario, denso di affetto. E questa città nella quale non mi è negato niente”.
Manca, però, il sogno più grande: lo Scudetto. “Se dovessi vincerlo con la maglia del Napoli, potrei smettere il giorno dopo”, dice Hamsik. “La festa sarebbe un successo dal potere simbolico straordinario per questa città e per questa tifoseria. Non riesco a intuire dove arriverebbe la fantasia dei napoletani”.
Quest’anno sembra molto difficile, ma lo slovacco non chiude i giochi: “Spero proprio di no. Lo vincerà la Juve? Spero sempre di no. La Roma sta facendo benissimo, il Milan altrettanto, la Lazio è nella scia e l’Inter dovrà verificare gli effetti del cambiamento. Siamo ancora ad un terzo della stagione, i giochi si decideranno più in là: io ci credo e non è un modo di dire”.
“Ritengo questo Napoli una gran squadra, capace di un gioco meraviglioso del quale si è grati a Sarri, e dunque in grado di giocarsela ancora con la Juventus. Ci basta un filotto di vittorie, tre o quattro consecutive, per riavvicinarci e fare avvertire la nostra presenza”.
“Abbiamo i mezzi per riuscirci, in quest’ultimo periodo non siamo stati assistiti dalla sorte e quando non vinci nasce il pessimismo. Io invece sono ottimista o forse realista perché conosco il valore dei miei compagni”.
Contro l’Udinese, comunque, sarà la sua 500esima partita da professionista. Le più belle? C’è sempre la Juventus di mezzo: “La prima finale di coppa Italia vinta a Roma, quella con la Juventus, e la finale di Supercoppa a Doha. Poi ce ne sarebbero anche altre, ovviamente”.
Il goal più bello? “Forse quello al Milan, nella mia prima stagione: ha avuto un significato, ci ha portati in Europa, ma è stata una cavalcata fantastica”.
This post was last modified on 23 Aprile 2024 - 13:20