La pausa per le Nazionali ci permette di sbizzarrirci su vari temi che vanno oltre il campo, oltre quei novanta minuti di una partita che ci fanno stare incollati alle tv o ai seggiolini dei vari stadi. Oggi sono state molto importanti le parole di mister Allegri, intervistato in una lunga chiacchierata dai colleghi di Tuttosport. Il mister bianconero ha parlato di un po’ di tutto, ma qui vorremmo soffermarci sul concetto di “banalità”.
NIENTE E’ BANALE – Partiamo proprio dalle parole del tecnico toscano. “Questa -dice Allegri-, per noi, è un’annata in cui l’entusiasmo deve accompagnarci fino alla fine. Io vado in campo e devo avere dentro la testa scritto ‘6’. I tifosi stessi, quelli allo stadio, dovrebbero scoppiare dalla voglia di festeggiare questo scudetto che è da leggenda. E dovrebbero viversi ogni momento, ogni partita. Non è una cosa banale puntare a vincere sei scudetti di fila. Non era banale vincere 25 partite su 26, la scorsa stagione…”. Dal monologo di Allegri non può non passare inosservato il concetto di “banalità”, ribadito più volte nella dichiarazione. In effetti, Allegri, non ha tutti i torti. E’ vero, per la Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta (lo dice lo stesso motto storico bianconero), ma queste vittorie non possono mai diventare banali. Ogni vittoria è bella a modo suo: può essere facile o sofferta, larga o di misura, ribadita fin dall’inizio oppure all’ultimo respiro. Il senso di eccitazione dato dalla conquista di tre punti o da un passaggio di turno in Champions rimarrà sempre nella storia della squadra, e mai uscirà da essa.
Quindi bisogna uscire dalla mentalità che la Juve, al primo passo falso, subisca critiche ingenerose. Perché, alla fine, i conti si faranno a fine stagione e ogni vittoria, seppur banale o facile, è un mattoncino che potrebbe far arrivare la Juventus a portare in bacheca altri importantissimi trofei…
Simone Calabrese
This post was last modified on 14 Novembre 2016 - 16:18