Capello ed Ibrahimovic, entrambi alla Juventus dal 2004 al 2006, hanno sempre avuto stima reciproca. Don Fabio racconta dei retroscena del primo Ibra bianconero, con molti numeri, ma con poco tiro.
“Ibra calciava male ma lo ho impostato”
Per la reputazione che Zlatan è andato con gli anni a crearsi (quasi come fosse un infallibile Dio del calcio), le parole di Capello riportano il campione svedese su un piano più umano.
Capello ha raccontato a SkySport l’incontro con il giovane Ibrahimovic: “Era giovane e gli piaceva fare i numeri, ma calciava male. In lui però ho visto l’umiltà e la determinazione di chi vuole diventare il numero uno e lo impostai. Ora batte anche le punizioni”.
Capello inoltre racconta di come lui si sia innamorato calcisticamente di Ibra: “Lo ho visto per la prima volta in una amichevole a Berlino, ho studiato la sua tecnica durante l’intervallo: faceva già i numeri che i ragazzini fanno oggi“. Allora Capello era ancora l’allenatore della Roma e quando si trasferì alla Juventus nel 2004, fece in modo di avere il giovane svedese: “Quando andai alla Juventus feci in modo di prenderlo, aveva molte qualità e molta tecnica“.
Ben vengano le proprietà straniere
Nel corso dell’intervista Capello parla anche delle proprietà straniere nei club di serie A: “C’è bisogno di gente che investa nel campionato italiano per riportarlo ai suoi fasti di 15-20 anni fa, se le nuove proprietà portano soldi, ben venga. Le squadre pagano l’assenza dei presidenti stranieri? Avere una dirigenza forte è sempre importante, ma, in mancanza, servono direttori generali di polso”.