I moduli europei. Il gioco europeo. Sono concetti indefiniti, che molti ritengono la Juve debba necessariamente inseguire. Nella infinita discussione intorno al gioco bianconero, infatti, da più parti si è puntato il dito contro il 3-5-2. Modulo troppo conservativo. Vecchio. Poco efficace fuori dall’Italia. Una di queste sentenze l’avrete sentita tutti. Allegri ascolta, accetta le critiche e prosegue per la sua strada, cambiando tutto senza che nessuno se ne accorga. E con la saggezza di chi sa che un cambiamento senza assimilazione non porta ad altro che ad un precipitoso disordine.
I discorsi intorno al modulo, lasciano Allegri un po’ perplesso. Non conta la disposizione scritta nel tabellino, ma il modo di interpretarla. Il mister l’ha ripetuto a più riprese in varie conferenze pre-gara e soprattutto l’ha dimostrato. Il 3-5-2 diventa 4-4-2 a gara in corso, o 4-3-3. Basta un giocatore in grado di interpretare le due posizioni allo stesso modo – Evra, per esempio, o Cuadrado – e il gioco è fatto. Con le discussioni lasciate agli altri e la squadra in grado di cambiare forma a seconda delle occasioni. Un camaleonte a più code.
E ritorniamo a uno dei grandi discorsi intorno alla Juventus: la linea difensiva. I moduli che prevedono linea a tre non sono adatti per primeggiare in Europa. Serve la difesa a quattro. Nel modo di vedere calcio di Allegri, la difesa è a quattro, ma il livornese si è dovuto adattare alle abitudini della Juventus. Senza rinnegarsi, ha scelto un compromesso e mentre tutti aspettano il tanto agognato passaggio a quattro, lui già lo attua. Come detto prima, il 3-5-2 ormai è sempre meno 3-5-2 e la sensazione è che il cambiamento che ha in testa Max sia già in atto da tempo. La squadra cresce affidandosi alle sue certezze, per poi indossare la veste nuova quando sarà definitivamente pronta a sentirsi a suo agio con essa. Questione di tempo e di fiducia. Finora, d’altronde, ha sempre avuto ragione Allegri.
Edoardo Siddi
This post was last modified on 10 Novembre 2016 - 14:46