È il giorno 8 novembre 2016, sono trascorse dodici giornate di campionato, quattro di Champions League e la Juventus guida la serie A con 4 punti sulla Roma ed è seconda nel suo girone in Europa, in piena lotta per la qualificazione agli ottavi e per il primo posto nel girone.
Ad oggi, in 16 partite ufficiali la squadra di Max Allegri ha totalizzato 12 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Ma per molti (juventini compresi) tutto questo non basta.
Molti dimenticano però la storia.
La storia recente narra che lo scorso anno di questi tempi la Juve navigava nelle parti basse della serie A esprimendo un calcio non molto diverso da quello di quest’anno. Volendo fare passi indietro si può anche dire che la Juventus di mister Capello esprimeva un calcio non tanto distante da quello della Juve di quest’anno, oppure che la Juve di Trapattoni ha inventato il catenaccio, ma ha vinto tutto ciò che c’è da vincere nel giuoco del calcio.
E allora? Allora la verità sta sempre nel mezzo. La verità va ricercata valutando la realtà delle cose, che deve in ogni modo considerare i numerosi infortuni che stanno, di settimana in settimana, penalizzando la rosa bianconera. La realtà è che la Juve di quest’anno per stravolgimenti di mercato si ritrova con un centrocampo sensibilmente indebolito rispetto a quello degli anni passati. Le cessioni di Pogba, Vidal, Pirlo influiscono molto nel reparto più importante del campo. Ad onor del vero bisogna pur dire che la difesa di quest’anno è la più forte e completa degli ultimi 5 anni e che un attaccante come Higuain la Juve non l’aveva dai tempi di Trezeguet.
E quindi? Quindi ora bisogna fare di necessità virtù. Bisogna attendere il rientro degli infortunati che di giorno in giorno vanno a rinfoltire la lista dell’infermeria, bisogna cercare di inserire al meglio i nuovi acquisti nei dettami tecnici e tattici del mister, senza ricercare in modo assillante il calcio champagne e senza chiedere a questa squadra la goleada in ogni partita.
Ci vuole calma, come continua a ripetere con insistenza mister Allegri, e soprattutto bisogna, anche in momenti di piena emergenza, vincere.
Perché forse qualcuno continua a dimenticarlo che alla Juve vincere non è importante. È l’unica cosa che conta.
Francesco Pellino
This post was last modified on 9 Novembre 2016 - 13:45