Alla Domenica Sportiva è intervenuto ieri sera come ospite Leonardo Bonucci. Il difensore bianconero ha risposto a tantissime domande riguardo la Juventus, la Nazionale e sulla sua vita in generale.
La Juve gioca male, ma continua a vincere: “Io sinceramente da qui alla fine le vincerei tutte 1-0, l’importante è vincere. Poi arriverà il bel gioco, miglioreremo il carattere, c’è tempo per crescere, ma finché si vince 1-0 o 2-1 come oggi vuol dire che la squadra è viva, vuol dire che la squadra c’è e il futuro non può essere che roseo. Il nostro obiettivo è quello di vincere”.
Si sente la mancanza di Dybala sul piano del gioco: “Sicuramente l’assenza di Paulo è un’assenza importante per l’economia del gioco, per il talento del giocatore stesso. Speriamo di averlo il prima possibile, è un elemento importante all’interno del gruppo e sul campo, perché come tanti campioni che ci sono nella Juventus può decidere da solo la partita. E’ ovvio che giocando con Paulo tra le linee avremo molta più fluidità nel gioco, con riferimenti come Mario e Gonzalo fai un po’ più di fatica quando devi uscire sotto pressione. Ma in queste partite hanno dimostrato di essere due grandi campioni, oltre che due grandi persone, con l’umiltà e il sacrificio di mettersi a disposizione della squadra”.
Reparto da rinforzare: “Sinceramente il reparto dove stiamo facendo non fatica, ma dove siamo corti, è il centrocampo, perché alla fine abbiamo tanti giocatori che non sono al massimo della condizione: è fuori Asamoah, Sturaro è stato fermo tanto, Lemina non sempre è al 100%, Claudio è rientrato da un infortunio grave. L’unico reparto dove ci potrebbe essere bisogno di qualcuno per rinforzare la struttura del gruppo, ma non degli undici, per aiutare in Europa, è sicuramente il centrocampo. Perché poi i quattro attaccanti che abbiamo, al di là che due in questo momento sono fuori, sono di primissimo ordine. In difesa lo stesso, forse a centrocampo per via degli infortuni che ci sono stati alla fine della scorsa stagione e all’inizio di questa, qualcosa stiamo pagando”.
Squadra meno fisica senza Pogba e atleticamente sempre un po’ appannata: “Io credo sia una questione di caratteristiche e del fatto che con questi continui infortuni, anche di lungo corso, ti portano a giocare sempre con gli stessi giocatori, che a lungo andare possono avere il serbatoio delle energie un po’ svuotato. Questa è una caratteristica che dobbiamo migliorare tutti quanti, ma oggi siamo questi. La Juventus è stata costruita per vincere, per tentare di vincere in Europa, quindi c’è da fare del nostro meglio sotto tutti i punti di vista, atletico, fisico e sul piano del gioco e della cattiveria”.
Recupero in tempo record dall’infortunio di mercoledì e Barzagli:
“Non sono Superman, sono fortunato ad essermi fermato in tempo mercoledì. Adesso sto bene, fortunatamente non è successo niente di grave. Non ero al 100% oggi, ma al momento del bisogno non potevo tirarmi indietro. Siamo stati sfortunati a perdere un giocatore importantissimo e un leader dello spogliatoio come Andrea, che ha subito questa lussazione alla spalla. Speriamo che non ci sia l’interessamento dei legamenti, perché altrimenti significherebbe perderlo per tanti mesi. Adesso c’è da riprendere, io fisicamente sto recuperando dall’infortunio e da un periodo dove soprattutto all’inizio non sono riuscito ad allenarmi con costanza e sappiamo tutti i motivi, però adesso c’è da guardare avanti con positività e forza”.
Sul discorso di Buffon nel post-gara di Lione: “Non c’è stato assolutamente questo discorso, anzi con Gigi molto spesso ci ritroviamo in ritiro a vedere le partite di squadre che hanno giocato contro di noi e la sua solita esclamazione è quella: ‘Ma con noi danno tutti il 1000 x 1000, con gli altri arrivano un po’ scarichi’. Non ha mai detto quelle parole. Oggi lo abbiamo visto con il Chievo che non ha mollato fino all’ultimo“.
Juventus o Nazionale?: “Ne parlavamo proprio in questi giorni con mia moglie. Ovvio che la maglia della Juve me la sento cucita addosso perché la respiro ogni giorno, però per me vestire la maglia della Nazionale è un orgoglio, un’emozione sempre nuova, continua, anche a mezzo servizio, da squalificato, sono sempre stato presente perché per un calciatore non c’è cosa più bella che vestire la maglia della Nazionale. Ed essere anche un punto di riferimento per i giovani, perché comunque stiamo cominciando un nuovo corso, un mix di esperienza e di giovani talenti per fargli capire che io ci sono, che nonostante un piccolo infortunio, un piccolo problema, su di me possono contare. Mi piace essere questo e mi piace dare il 100% quando indosso questa maglia”.
Rumours sul City e sulle telefonate con Soriano: “Io non ho chiamato nessuno e loro non hanno chiamato me personalmente”.
Sul colpo di testa a Rizzoli l’anno passato: “Non c’è stato nessun colpo di testa, ho già detto lo scorso anno che ho esagerato nelle proteste, ma forse l’ho fatto anche per proteggere un eventuale secondo cartellino di Alex Sandro. Resta il fatto che ho rispetto per tutte le persone, al di là degli arbitri o di chi vive di calcio. Ho sempre portato rispetto, i miei genitori mi hanno insegnato a portare rispetto alle persone, non credo di aver mai mancato di rispetto a nessuno. Ho ecceduto sicuramente nelle proteste e giustamente sono stato ammonito. Lì doveva finire, poi c’è stato tutto un susseguirsi di polemiche nate da un fermo-immagine che poteva, anzi, che ha ingannato tanti, ma da parte mia non c’è mai stato nessun tocco con Rizzoli, anzi, mai nella mia testa mi è passato in mente di fare un giusto del genere”.
Il peggio sembra passato e Matteo ora sta finalmente bene: “Sicuramente è stato un periodo difficile, ringrazio i tanti tifosi juventini e non di avermi dimostrato solidarietà, affetto, vicinanza in questi mesi che sono stati un banco di prova importante per la mia famiglia e che però… quando finisce un sentimento come l’amore per un figlio, per una moglie, della moglie per il marito, sei pronto a tutto. L’unione fa la forza. Matteo è stato il primo a darcela, dimostrandosi un combattente, un guerriero, non ha mollato e noi gli siamo venuti dietro, consapevoli che ce l’avrebbe fatta. E oggi siamo più sereni perché lo vediamo giocare, ridere, scherzare, e questo ci fa stare bene. Ora la situazione è migliorata, lui sta alla grande quindi, ringrazio tutte le persone che ci sono stati vicini, juventini e non. Matteo credo sia riuscito nel miracolo di unire i tifosi di tutta l’Italia, senza pensare ai colori che papà porta addosso. E questa è la vittoria per me come giocatore, per lui come bimbo e per noi come famiglia. Questa esperienza ci ha fortificato e invito le famiglie che attraversano momenti delicati come questo a crederci sempre, a non mollare mai, perché l’unione fa la forza e l’amore è una forza infinita”.
Sull’antipatia forse scomparsa dei tifosi avversari dopo questa vicenda: “Certe cose ti cambiano, certe cose ti fanno crescere, io quando scendo in campo lotto per la maglia per porto, ancora di più per la Juventus che è sempre stato il mio sogno, è stata sempre la squadra per la quale ho tifato. Adesso ovvio che questi episodi e questi insegnamenti della vita ti fanno crescere, maturare e ti fanno dare il giusto peso a tutte le cose. Ma quando sono sul campo, quando faccio il mio lavoro, va bene che sia antipatico perché quello sono io, ma fuori dal campo, chi mi conosce, e spero anche i tifosi della Juventus e non, sanno che tipo di persona sono, sono un calciatore, ma sono sempre un essere umano. Ho avuto la fortuna di conoscere Paolo Tramezzani e lui mi conosce, quindi può testimoniare che sono questo”.
L’apice della carriera: “In questo momento credo di essere arrivato ad una svolta della carriera, perché può capitare di fare uno o due anni da grande giocatore, adesso sta a me continuare a farlo, continuare ad essere al livello che ho raggiunto e sicuramente darò tutto me stesso per migliorare il mio carattere ed essere importante e decisivo sia per la Juventus, sia per la Nazionale”.
La Roma gioca meglio della Juve?: “Mi limito a fare i complimenti al mister che sta dando la sua impronta alla Roma sia a livello di gioco e di carattere. Complimenti e ci vedremo tra un mesetto“.
Lo scontro diretto di dicembre: “Si sta preparando il mister Spalletti. Sarà una bella partita. E’ vero che quello che dice, noi abbiamo una mentalità importante che è quella che ti porta a fare risultati importanti anche in partite difficili”.
Critiche dei media: “Sono sempre stato abituato a rispondere alle critiche sul campo. A prenderle a farle mie, a leggere quelle costruttive riportandole sul campo avendo la fame di migliorarli. E’ quello che facciamo nello spogliatoio, facciamo gruppo e ci uniamo nei momenti delicati. Ci stiamo riuscendo ma c’è sempre da migliorare. Ho sempre imparato a trarne beneficio dalle critiche e in passato ne ho ricevuto. Ho creduto che potessero farmi del bene e così è stato“.
L’allenatore più importante della sua vita: “C’era un allenatore che è stato importante per la mia carriera, al di là di mister Baggiani che mi ha allenato da piccolo. Sono diventato un grande difensore centrale grazie a Carlo Perrone, ex Ascoli e Lazio. Se non avessi avuto lui avrei continuato magari a fare il centrocampista e magari adesso non avrei addosso la maglia della Nazionale in una trasmissione così importante“.
Preparazione e mancanza di brillantezza: “Al di là della preparazione, quello che è venuto meno è allenarci con costanza perché giochiamo tanto. A gennaio e febbraio gli impegni diminuiscono e avremo modo di lavorare, soprattutto nella pausa del Natale. Lì dovremo ricaricare le batterie per arrivare a marzo a giocarci tutto quanto. Sono sicuro che lavorando ci riusciremo”.
Da quale allenatore vorrebbe essere allenato. Mourinho, Ancelotti, Guardiola o Conte?: “Non vi dico cosa mi è venuto in mente per rispetto e perché siamo in trasmissione. Dico Ancelotti”.
Dove non giocherebbe mai tra Toro, Roma, Inter o Napoli? “Nel Toro”.
Avversario che ha picchiato con più piacere?: “Balotelli. Da compagni, non da avversari”.
E che avrebbe voluto con sé alla Juve: “Ibra”.
Italia-Germania il 15 novembre: “Vorrei rigiocare l’altra ma non si può, ora pensiamo al Liechtenstein che è un match importante per qualificarci, poi c’è sempre gusto ad affrontare la Germania. Concentriamoci perché in campo europeo è sempre difficile e non c’è nulla di scontato“.
This post was last modified on 7 Novembre 2016 - 13:22