Quando la Juventus non esalta nel gioco e nella forma fisica, per vincere le partite occorre aggrapparsi ai guerrieri. Ecco perchè laddove la classe dei singoli rifiata e l’ampiezza della manovra arranca come se fosse una conseguenza, scende in campo Mario Mandžukić vestito del suo mantello di cattiveria.
SUA CATTIVERIA – L’attaccante croato è un corazziere del calcio: alto, robusto, cattivo da intimorire gli avversari. Con l’assenza di Dybala, ovvero il giocatore più talentuoso della rosa bianconera, Mandžukić è salito in cattedra in un periodo delicato per la Vecchia Signora, imponendo il suo impeto agonistico ad avversari e compagni, sopperendo di fatto all’assenza di qualità con i caratteri della forza e del sacrificio.
IL PREMIO E’ IL GOL – Ma stavolta anche la ciliegina sulla torta arriva, rappresentata dal taglio con cui Mandžukić affetta come la difesa veneta, sfruttando un assist invitante di Cuadrado e quindi non lasciando scampo a Sorrentino, sfoderando un diagonale angolato e imprendibile. E’ la gioia più grande e dovuta nel grigio pomeriggio sportivo di Verona, dove la Juventus continua a non brillare. E allora Mandžukić, svestiti i panni sporchi del lottatore, per un attimo ha voluto prendere in prestito quelli del cavaliere risolutore da Higuain, il compagno di reparto in difficoltà, tracciando la strada seguita dai compagni per la vittoria che fa sorridere la classifica e Allegri in vista della sosta. Mai agognata così tanto come stavolta.
Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)
This post was last modified on 7 Novembre 2016 - 11:56