Che cosa aggiungere ancora alla querelle tra “La Gazzetta dello Sport” e la Juventus, per la presunta intervista di G.B. Olivero a Buffon, che non sia già stato detto?
Certo, fa impressione leggere nella prima pagina del massimo giornale sportivo italiano che Gigi Buffon, il capitano di una squadra prima nel campionato, in corsa piena per la qualificazione ai turni eliminatori di Champions League, con la miglior difesa in Italia e la seconda in Europa, con il miglior secondo attacco in campionato, strigli i compagni perchè le squadre in Italia “si scansano, mentre in Europa ci vuole qualcosa di più”. Nulla da dire sul pretendere il meglio da parte del portierone bianconero, molto da dire invece sulla veridicità dei toni e dei verbi usati. Quello “scansare” puzza di bruciato.
Ed ecco nel pomeriggio la capriola carpiata e raggruppata della Rosea. Si intendeva… si voleva dire… forse il verbo “scansare” non era così approppriato… ma il senso… Imbarazzo allo stato puro, più per una reazione inaspettata che per il contenuto del pezzo incriminato. Insomma ci è parso che si volessero salvare o le capre o i cavoli, visto che tutti e due era impossibile.
Morale della favola: da tempi immemorabili si attendeva una presa di posizione degna di una società che vanta una posizione tra le prime 9 per importanza in fatturato in Europa e che la Juventus si è sempre negata a se stessa e ai milioni di tifosi. Quelli che vanno tutelati, non fosse altro per i sacrifici lavorativi ed economici che si sobbarcano per seguire la squadra e stare vicino alla società. Era dal tempo delle stelle fisse che la proprietà non permetteva di andare contro la stessa sua partecipazione al pacchetto azionario del giornale, massimo artefice del “sentimento popolare” usato ed abusato per distruggere 10 anni fa la squadra di famiglia.
E’ bastata una nota ufficiale per far retrocedere indecorosamente una redazione. E mettere a nudo che l’editore del giornale stesso fa il presidente dell’altra squadra di Torino (ma qualcuno sarà pronto a spergiurare che non c’entra nulla). Ora tutto il “cucuzzaro” è avvisato: serve un’overdose di attenzione, perchè da Corso Galileo Ferraris a Corso Vittorio Emanuele II° la distanza si fa a piedi. L’equivalente che passa dalla sede societaria al tribunale, laddove si derimono le querele.
This post was last modified on 5 Novembre 2016 - 13:42