Chissà se quei ragazzi, seduti su quella panchina in corso Re Umberto, avrebbero mai immaginato che quella loro creatura, lo Sport-Club Juventus, sarebbe diventata leggenda. Chissà se immaginassero che quel primo novembre del 1897 sarebbe diventata una data da ricordare per milioni di tifosi. Chissà come avrebbero reagito, se qualcuno avesse detto loro che proprio quella panchina, un centinaio di anni dopo, sarebbe stata custodita in un museo. E chissà quanto avrebbero riso, se avessero detto loro che 119 anni dopo lo Sport-Club Juventus sarebbe stata la società più titolata e vincente d’Italia e tra le migliori squadre del mondo.
LEGGENDA
Sicuramente non se lo immaginavano, no. Forse lo sognavano, di notte, quando tornavano a casa dopo una lunga giornata dedicata prima al liceo e poi alla Juve, la loro bambina che aveva tanto bisogno di attenzioni per iniziare a crescere bene. D’altronde Eugenio Canfari aveva 19 anni quando diventò il primo presidente della storia bianconera, così come gli altri soci fondatori: l’età della speranza, l’età dei sogni. Quindi magari non se lo immaginavano, no, ma chi può dire che Canfari, una notte, non abbia sognato Platini, Del Piero o lo Juventus Stadium? Il nome, ovviamente, non è un caso: Juventus, dal latino iuventus, la gioventù.
ELEGANZA
In 119 anni di storia quella giovane signorina è inevitabilmente invecchiata, diventando una Vecchia Signora che però porta i suoi anni più che bene. La Juventus è invecchiata con un’eleganza ed uno stile che la mantengono ancora estremamente giovane. Già, lo stile, lo stile Juve: un argomento di cui si potrebbero scrivere pagine e pagine, perché in fondo 119 anni di storia bianconera sono segnati profondamente da quell’eleganza che gli altri invidiano. Eleganza nel vestire, con quella prima divisa da gioco rosa con cravattino nero e poi, un po’ per caso, con quella bianca e nera: classe pura. Eleganza nel gioco: per informazioni chiedere, ad esempio, a Michel Platini, per citare uno dei più eleganti in 119 anni. Last but not least, l’eleganza nel comunicare, nel parlare. L’Avvocato Agnelli ne era l’esempio più lampante, e in otto parole è riuscito a racchiudere tutto un concetto: “Di stile Juventus parlano gli altri, non noi”.
AGNELLI
Gli Agnelli, appunto. Non citarli, in questa giornata speciale dalle tinte bianconere, sarebbe una bestemmia. Proprio oggi che, tra l’altro, si festeggerebbe il compleanno di Umberto, uno degli storici presidenti legati a quel cognome. Una coincidenza, forse, ma molto probabilmente no. Più di 90 anni di storia bianconera, di quei 119 totali, sono legati in modo indissolubile alla famiglia Agnelli. Da Edoardo, diventato presidente nel 1923, ad Andrea, presidente oggi: la più importante famiglia torinese è sempre stata vicina alla Juve, facendo sempre sentire e pesare la sua fondamentale presenza. Se quei ragazzi non si fossero seduti su quella panchina 119 anni fa probabilmente la Juventus non esisterebbe, ma senza gli Agnelli i bianconeri sicuramente non sarebbero la squadra che sono oggi.
VITTORIA
“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Centodiciannove anni di storia. Trentaquattro Scudetti, undici Coppe Italia, sette Supercoppe Italiane, un campionato di Serie B, una Coppa delle Coppe, tre Coppe Uefa, una Coppa Intertoto Uefa, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Uefa, due coppe Intercontinetali. 4160 partite giocate, 2246 partite vinte, 7450 gol segnati. Niente da aggiungere. Buon compleanno, Juventus.
Alessandro Bazzanella