409 minuti. Questo, al momento, l’impiego di Mario Mandzukic in questo avvio di stagione. 8 presenze, 5 partendo titolare, affiancando Dybala o Gonzalo Higuain. Minutaggio comunque importante quello concesso da Massimiliano Allegri al croato, che però fino ad ora non è riuscito a trovare ancora la via del gol. Nessuna tragedia, sia chiaro, l’ex Bayern Monaco è tornato ad esultare con la maglia della Nazionale segnando ben 4 gol in 2 partite, ma quello che preoccupa il popolo bianconero è l’atteggiamento del centravanti.
Grinta. Leadership. Esperienza internazionale.
Scommettiamo siano state queste le tre caratteristiche ricercate da Beppe Marotta e Fabio Paratici la scorsa estate, quando c’era bisogno di ricostruire un attacco orfano di Tevez e Llorente. L’identikit tracciato dalla dirigenza penta campione d’Italia riportava ad un solo nome, il suo. A dirla tutta, anche lo scorso anno l’inizio non è stato dei migliori per il gigante di Slavonski Brod, complice un infortunio che lo ha debilitato per diverso tempo. Ma i grandi campioni iniziano a esaltarsi nelle situazioni difficili e l’avvio di campionato peggiore della storia della Juventus, culminato con la sconfitta contro il Sassuolo, è stata la scintilla che ha innescato la rimonta bianconera. Rimonta della quale è stato protagonista assoluto anche Mario. 36 presenze e 13 gol, 7 dei quali sono stati sinonimo di vittoria per la Vecchia Signora.
Una cavalcata esaltante che ha visto come protagonisti, oltre alla Vecchia Guardia, anche nuovi leader dello spogliatoio come Evra e Mandzukic, appunto. Perché quel posto lasciato vacante da Andrea Pirlo nello spogliatoio, vicino al capitano Gianluigi Buffon, è stato raccolto in eredità proprio dal croato. Ma al di là dei gol e della nuova figura da senatore, quello che fa impazzire letteralmente lo Juventus Stadium è la grinta, la garra, la voglia di arrivare su qualsiasi pallone, insomma l’essere il primo a difendere la porta bianconera, nonostante di professione Mario faccia l’attaccante. Tutte qualità che Massimiliano Allegri apprezza e che significheranno titolarità consecutiva per 21 partite consecutive.
E adesso?
L’arrivo di Gonzalo Higuain ha mischiato un po’ le gerarchie offensive e le certezze della passata stagione. Difficile lasciar fuori un attaccante in grado di realizzare 36 reti in Serie A, difficile relegare in panchina Paulo Dybala che alla sua prima stagione in bianconero ha mostrato lampi da vero fuoriclasse, oltre alla realizzazione di 23 reti. Difficile, certo, ma non per Mario Mandzukic. Allegri, infatti, lo ha più volte preferito ai due argentini, riservandogli numerose chances. Partendo titolare, ad esempio, nelle prime due di campionato contro Fiorentina e Lazio, oppure nel big match contro l’odiata Inter, senza dimenticare le gare con Palermo e l’ultima casalinga contro l’Udinese.
Prestazioni non eccelse, non all’altezza di quelle regalate nella scorsa stagione dove è apparso abbastanza nervoso e impreciso sotto porta. Caratteristiche che non rispecchiano assolutamente l’ex Atletico Madrid, che, proprio in un momento delicato come questo, deve mostrare le sue doti migliori, quelle per il quale è arrivato alla Juventus. Perché in bianconero si può essere protagonisti anche giocando meno rispetto allo scorso anno, vedi Cuadrado contro il Lione. Perché le critiche sono alla base per far ricredere tutti, vedi Gianluigi Buffon in versione Superman. Perché i grandi campioni iniziano ad esaltarsi nei momenti difficili e siamo certi che Mario Mandzukic dimostrerà di esserlo ancora una volta.
Pasquale De Rosa