Una+giornata+alquanto+travagliata
spaziojit
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Non vi è mai capitato di trovarvi improvvisamente a vivere una giornata in cui una dietro l’altra si accaniscono le avversità? Esclamare: “Che giornata di palta, pure questa mi doveva succedere?” E’ quello che deve essere passato nella mente a Massimiliano Allegri quando, scendendo dal pulmann ormai giunto allo Stadium, scorgeva Pjanic contorcersi dai dolori intestinali.

Oddio, sarà pur vero che le difficoltà fortificano, ma se la somma di esse supera il limite affrontabile, oltre a fortificare il carattere c’è il molto fondato rischio che facciano girare parti non estremamente nobili del corpo. Anche se, per dichiarare la persona di carattere, se ne fa presente la loro esistenza marcata, ma questo è un altro discorso.

1921580-40427085-2560-1440Dunque, ricapitoliamo. Sosta per le nazionali, momento di riposo e di ricarico batterie. Non certo alla Juventus, lì partono tutti in giro per il mondo, con il rischio sempre presente di vedersi tornare indietro i giocatori in condizioni non ottimali o addirittura infortunati. Nel frattempo la prossima avversaria di campionato, l’Udinese cambia tecnico, via Iachini e benvenuto Del Neri; chi mastica di calcio sa che questa è una sferzata di orgoglio e di volontà di mettersi in mostra da parte di giocatori abbacchiati ed un problema in più per la squadra avversaria.

Schinati gli infortuni, ritornano i sudamericani dopo 18 ore di volo a ridosso della gara con i friulani. La forma non è certo al meglio. In difesa Rugani e Dani Alves sono indisponibili. Davanti Pjaca lo rivedremo in seguito. Poi iniziano gli imprevisti di cui sopra, a partire da Chiellini dall’infortunio facile e dai muscoli sull’orlo del ritiro (e poi sembra che succedano tutte a Khedira!), la succitata dissenteria di Pjanic, l’obbligata telefonata a casa Bonucci per averne uno in più. La lavagna si riapre da sola e con essa i grattacapi.

Minuto  93′, Gavillucci fischia la fine. L’Udinese è battuta ed i punti di distacco in classifica salgono a 5 dopo 8 partite, cambia la seconda, ma non i fattori. Fra tante “rotture” di zebedei, una certezza: ‘o picciriddu non soffre di fuso orario e da solo vince la gara. In mezzo a tante complicazioni, un raggio di sole. O per meglio dire, di luna, bassa bassa all’orizzonte nella tiepida notte torinese, grande come non mai e piena come la consapevolezza che nessuno ti regala niente. “Speriamo che martedì non sia un’altra giornata del cavolo. Fiuuuuu”

Immagini tratte da   tiscali.sport   e   it.eurosport.com

This post was last modified on 17 Ottobre 2016 - 14:52

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