La maglia numero 10 è sempre una delle più evocative nel calcio, specialmente quando si parla di Juventus. Sivori, Platini, Baggio, Del Piero, Tevez, nomi leggendari che hanno reso la numero 10 pesantissima, rendendola più un’icona che una maglietta con un numero attaccato sopra. Noi siamo sicuri tuttavia che Paulo Dybala possa essere il candidato migliore a continuare la tradizione dei grandi 10 bianconeri. Certo, in estate ha preferito optare per il suo 21, ma con questi 10 (guarda il caso) punti, vogliamo spiegarvi perchè pensiamo che la Joya sarebbe un perfetto numero 10.
1- LA TECNICA
Per antonomasia, un numero 10 deve essere in possesso di piedi vellutati e Paulo li possiede, non lo scopriamo oggi. Che si parli di passaggi, tiri, aperture di gioco o palla tra i piedi, Dybala non è secondo a nessuno. La palla arriva dove lui vuole e si insacca dove lui decide, imprime al pallone i più vari effetti quasi senza sforzo e salta l’uomo con una innata eleganza. Questi sono numeri da fuoriclasse, anzi, un solo numero, il 10.
2-LA POSIZIONE
Forse, una decina di anni fa, il Dybala della Juve sarebbe stato additato come “fantasista”. Gioca tra le linee, fa alzare la squadra, ripulisce tutti i palloni in fase offensiva smistandoli con precisione millimetrica e, quando possibile, si toglie lo sfizio di calciare in porta. Preferibilmente a giro. Roba da numeri 10.
3- È ARGENTINO COME TEVEZ E SIVORI
La tradizione dei numeri 10 bianconeri annovera nella sua storia altri due argentini che, in modi ed anni diversi, hanno portato lustro e vittoria alla Juventus. Sivori e Tevez sono stati fondamentali nei loro anni alla Juve. Entrambi piccoli e svelti, estremamente tecnici e capaci di giocate illuminanti che cambiavano il volto alle partite. Non trovate delle somiglianze?
4-I COLPI E LA COSTANZA
Come detto sopra, Dybala nei suoi due anni di Juve ha dimostrato più volte di poter essere quello che cambia le partite con una giocata. Gattuso, suo allenatore ai tempi del Palermo lo definì in un intervista “tre pagine avanti nel manuale del calcio. È un giocatore vero, uno coi colpi, deve solo trovare la continuità“. Ora, a quei colpi di genio ha trovato anche la costanza, i suoi voti sono sempre almeno più che sufficienti, quando c’è si vede, quando non c’è manca e la squadra ne risente. Fodamentale. Come un 10 deve essere.
5-I CALCI DA FERMO
Platini, Baggio, Del Piero. Tre mostri sacri, tre numeri 10 leggendari che hanno fatto delle punizioni e dei rigori quasi una seconda natura. Paulo nella sua carriera aveva già dimostrato di saperci fare e per ricordarcelo, nella sola partita contro l’Udinese ha dimostrato di saperci fare con entrambi, non che ce ne fossimo dimenticati, ma è sempre una joya vedere colpi simili.
6-L’ETÀ
Alle volte dobbiamo ricordarci, perché pare passi di mente, che Paulo ha ancora 22 anni e ampi margini di miglioramento. Da quando è arrivato alla Juve è maturato moltissimo, sotto il profilo tecnico e tattico, certo, ma anche come gestione delle energie nei novanta minuti. Dare la 10 a Dybala sarebbe un investimento per il futuro (contando che la società lo ha recentemente blindato) soprattutto per dare continuità ad un 10 che dopo Del Piero nessuno si è preso sulle spalle per più di due anni di fila.
7-SA CARICARSI LA SQUADRA SULLE SPALLE
Prendiamo una partita, tipo Juventus-Udinese, partita bruttina che la Juventus gioca anche piuttosto male andando sotto. Prendiamo un giovane promettente argentino che prima fa reparto da solo, vista la pochezza del partner in questione, poi la equilibra con una punizione ed infine la vince con un rigore. Non vi basta? Pensiamo alla partita dello scorso anno contro il Milan dove un suo gol sbrigò la pratica. Gli esempi si sprecano, Paulo ha l’estro del numero 10, di quello che risolve da solo le partite complicate, nel DNA.
8-È DIVENTATO UN UOMO SPOGLIATOIO
Anche in questa stagione Dybala continua ad essere decisivo ed i compagni lo prendevano come riferimento anche prima che si sbloccasse contro l’Empoli. Lui ha impacchettato tutto questo amore, ha lavorato per la squadra, non ha avuto paura di sporcarsi le mani, è sceso ad aiutare in impostazione e ha lanciato i compagni più volte verso il gol. Ad un certo punto si è stancato e ha siglato quattro gol in tre partite, proiettando la Juve a +5, con tanto di festeggiamento con Bonucci dedicato al figlio malato. Uomo squadra a tutto tondo, un vero leader.
9-HA L’AURA DEL PREDESTINATO
Messi lo elogia, Bauza lo vede come sostituto di messi in nazionale, Gattuso lo esalta come un fenomeno, insomma, se Dybala non è un predestinato poco ci manca. Si trasferisce a 19 anni a Palermo, in serie A, dall’Instituto Atletico Central, seconda divisione argentina, e non solo regge il colpo con uno dei campionati più difficili al mondo, anzi, inizia perfino a mettersi in luce dalla sua prima stagione. La sua crescita è stata verticale e non vediamo un motivo per il quale questa debba arrestarsi prima di essere arrivato a livelli mondiali. Conferirgli la 10 sarebbe solo la giusta coronazione ad una carriera in rampa di lancio.
10-LA TESTA
La cosa più importante di tutte. La maturazione di Paulo è stata incredibile se pensiamo che un anno fa giocava con il contagocce e già si urlava al bidone. Il ragazzo è maturato tantissimo, è diventato leader fuori e dentro il campo, sa gestire la pressione e prendersi le responsabilità quando chiamato in causa. Sta dimostrando estro e concretezza che stanno facendo volare la Juventus. Allegri si dice contento della maturazione del ragazzo, i tifosi lo idolatrano. E fanno bene.
Nessuno ora in rosa sarebbe più meritevole di Paulo di vestire la 10, speriamo che un giorno molto presto possa ripensarci e continuare la tradizione delle leggende bianconere con il numero 10 sulla schiena.