Sarebbe troppo banale far risalire il legame a una comunanza di colori: il bianconero che screzia entrambe le maglie. Più logico ragionare sul fatto che vi sia una comunione di pensiero e una (pur con i logici distinguo dimensionali, si capisce) sovrapponibile idea di management e di sviluppo aziendale. Non è un caso, per dire, che Juventus e Udinese siano le uniche società (con il Sassuolo) ad avere organizzato uno stadio di proprietà sul modello delle più avanzate leghe straniere.
Poi, certo, le differenze ci sono e una è fondamentale per definire l’argomento che trattiamo qui: la possibilità che ha l’Udinese di “allevare” calciatori senza la pressione di dover vincere sempre, comunque e ovunque. Un posto (relativamente) privo di pressioni a cui da sempre guardano i grandi club per comprare i migliori, quelli già pronti. E la Juventus, infatti, come riportato da Tuttosport, è andata spesso a far la spesa nella bottega dei Pozzo.
DE PAUL ULTIMA IDEA BIANCONERA – Anche adesso, del resto, in vetrina ci sono ragazzi interessanti, a cominciare da Rodrigo De Paul, trequartista argentino classe ‘94 che il club friulano ha rilevato dal Valencia e a cui ha affidato la maglia numero 10 e , di conseguenza, la pesantissima eredità di Antonio “Totò” Di Natale. Il fatto è che la Juventus non segue De Paul solo dal momento in cui ha cominciato a sgambettare sul prato del “nuovo Friuli”, ma già dai tempi del Racing Avellaneda. Gli scouting della Juventus lo avevano seguito a lungo, già in Argentina, presentando anche una prima offerta al Racing. La spuntò il Valencia dove, complice anche il momento non felice del club, De Paul non ha mostrato che a sprazzi i colpi che gli appartengono. Ora la Juventus sarebbe tornata alla carica e questa potrebbe essere la volta buona.