Notte da dimenticare, per l’Argentina: senza Messi, non si passa a Lima. Come in Venezuela, un mese fa: un altro due a due, ma questo preoccupa. La Selección ha giocato male e avrebbe meritato di perdere, contro un avversario alla portata. Non bastano il primo gol di Funes Mori e un tocco delizioso di Higuaín, a dieci dalla fine: l’Albiceleste torna a casa con un solo punto.
Buon inizio, ma che reazione
Aveva iniziato bene, l’Argentina: dagli sviluppi di un corner, di garra, Funes Mori aveva messo dentro l’uno a zero. E una punizione di Agüero aveva spaventato i padroni di casa. Un Perú che, però, reagito con vigore: pressing alto, ritmo forsennato.
La difesa argentina, da rivedere, ha retto fino al 58esimo del secondo tempo. Guerrero stoppa di petto, in mezzo agli avversari, e punisce Romero, con un gran destro. È la svolta, per il Perú: la squadra prende fiducia, mentre l’Argentina cala. Si gioca praticamente in una sola metà campo, quella ospite, ma il pareggio mantiene.
Il colpo, poi l’errore
La qualità, tuttavia, esce fuori: Zabaleta imbecca Higuaín in profondità. Il tocco sotto del Pipita è poesia, scavalca lentamente il portiere avversario e accarezza la rete. È il due a uno, sembra un segno del destino: dopo tante polemiche, il ritorno e il gol-vittoria. A dieci minuti dalla fine.
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Tuttavia, un errore di Javier Mascherano cambia tutto: un passaggio insensato, all’indietro, serve Guerrero. Funes Mori, nell’uno-contro-uno, è costretto a stenderlo: rigore. Cueva va dagli undici metri e realizza il penalty. La partita finisce così e, sul volo per Buenos Aires, Bauza si porta un carico di rimpianti.
Messidipendenza acuta
I suoi sono poca roba, senza Messi: solo qualche guizzo di Agüero, nel primo tempo. Poi poco e niente: neanche Dybala, grande atteso della serata, ha inciso. Troppa pressione, probabilmente: l’aveva detto di non essere Leo. E lo stesso Di María ha deluso le aspettative.
Ci sarebbero stati gli spazi, perché il Perú ha attaccato e si è scoperto. Ma è mancato completamente il gioco: era la classica serata da colpo del singolo. Che è arrivato, con il gol di Higuaín, ma è stato buttato al vento dall’errore insolito di Mascherano. “Es una mierda”, ha commentato il Jefecito: abbastanza contrariato, insomma.
Adesso, però, serve riprendere subito la marcia: l’Argentina è quinta, in zona ripescaggio. C’è una netta Messidipendenza da curare – una vittoria nelle ultime sei con Leo fuori – e un cammino da indirizzare nel verso giusto. Magari con un Dybala in più.
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