Domenica si è giocata la settima giornata del campionato, che porta alla seconda sosta per le nazionali della stagione, e la classifica inizia a prendere una sua conformazione. Siamo a poco meno di un quinto del percorso, i punti in palio sono ancora tantissimi e proprio la Juve, reduce dalla rimonta ai limiti dell’irreale dello scorso anno, sa che non è periodo per crogiolarsi sulla cima della classifica quanto di fare il punto della situazione per vedere dove e come migliorare ancora. Punto su cui il nostro Mister batte e ribatte in continuazione: non c’è una singola partita che termini senza che Allegri, nelle interviste post-gara, rilasci una dichiarazione che suona all’incirca così: “oggi abbiamo fatto bene, ma possiamo e dobbiamo migliorare”. Con l’eccezione, evidentemente, del dopo-Inter, dove di buono si è visto poco-nulla.
CRITICHE A OLTRANZA – Allegri ormai ci sarà abituato, da quando è alla Juve non gli fanno passare nemmeno un passaggio sbagliato dai suoi senza che venga preso di mira da certa parte della tifoseria che evidentemente non riconosce meriti e demeriti ma contesta o osanna a oltranza per partito preso. Il primo anno sembrava quasi colpa sua che Conte avesse abbandonato la baracca a stagione iniziata, l’anno scorso di questi tempi era tutta e solo colpa sua se la Juve stava naufragando pur avendola appena portata in finale di Champions. Quest’anno è bastato un mezzo passo falso alla prima in Coppa contro il Siviglia, che proprio l’ultima arrivata non è avendo vinto le ultime tre Europa League di fila, seguito dalla sconfitta di san Siro per ricominciare a sparargli contro. E lo si fa ormai a oltranza, anche quando la Juve vince, perché o lo fa giocando male (Palermo) o gli avversari sono troppo scarsi e quindi è ovvio che devi vincere in scioltezza (Dinamo Zagabria e Empoli). Chiedere a Sarri quanto ha fatto contro Pescara e Atalanta per capire quanto sia sciocca questa affermazione. Le partite “semplici”, per usare un termine caro allo stesso Allegri, non esistono, e se affrontate con troppa sicumera il rischio di cali di tensione è dietro l’angolo. Sentirsi più forti va bene fino a un certo punto, perché poi lo devi anche dimostrare.
INFORTUNI E PANCHINE – La situazione quest’anno è resa ancora più complicata dalla gestione di una rosa fatta quasi esclusivamente di campioni e con pochissimi comprimari. Il mercato ha portato giocatori di primissimo livello sia a livello tecnico che in termini di costi dei cartellini, cosa che per fortuna sembra non preoccupare minimamente Allegri che fa le formazioni con le sue idee, giuste o sbagliate che siano a prescindere che Tizio sia stato pagato 10 e Caio 90. Ma anche questo, ovviamente, non gli risparmia qualche frecciata: “Ma come tieni 90 milioni di Higuain in panchina?” Anche sul talentino Pjaca le pressioni stanno iniziando a
Ogni partita sarà per Allegri una sfida nella sfida. Se vincerà avrà solo fatto il suo dovere, se perderà avrà sbagliato tutto. Non può far altro che navigare a vista, partita dopo partita, come predica sempre e da sempre, perché i campionati, e le coppe, si vincono in Primavera. A lui come a tutti gli altri interessa prima di tutto che la squadra vinca, che poi segnino Dybala o Barzagli poco importa. Il suo compito è far vincere la Juve e possibilmente farla giocare bene, non di sicuro far battere a Higuain il record ottenuto lo scorso anno. E la sua capacità di estraniarsi dalle polemiche sulle formazioni che spesso lo riguardano è dote preziosa
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)
This post was last modified on 5 Ottobre 2016 - 19:33