Oggi compie 35 anni uno dei calciatori più discussi, amati e odiati negli ultimi 15 anni. Ma sicuramente anche uno dei più vincenti e determinanti. Zlatan Ibrahimović è questo ed altro ancora. Un fenomeno che sfortunatamente la Juventus si è potuta godere solo due stagioni a causa del terremoto Calciopoli.
Prima di arrivare alla Juventus Zlatan aveva già conquistato 2 titoli di campione d’Olanda, una coppa e una supercoppa nazionale. Ma il suo primo obiettivo in campo non era la vittoria. Era divertirsi e far divertire i tifosi sugli spalti. Per questo si esercitava in tantissime finte guardando i video dei propri idoli. A Torino però imparò presto una lezione: vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. La storica frase di Giampiero Boniperti. Un dogma in casa Juve che dovette subito metabolizzare. Meno tocchi di fino e leziosità e più concretezza. Il bel gioco fa vendere i biglietti. La fame e la voglia di vincere portano i titoli. In questa avventura di due anni nacque l’Ibrahimović vincente che vediamo oggi. Un giocatore capace di conquistare 13 campionati nazionali negli ultimi 15 anni. Una statistica impressionante e forse irripetibile.
IL NEO COMUNE CHIAMATO CHAMPIONS LEAGUE
Molto curioso come una squadra e un giocatore possono essere accomunati da una maledizione. Tanto forti a volte quanto impotenti in altre circostanze. Il neo di Zlatan è lo stesso della Juventus: la Champions League. Mai una finale raggiunta dallo svedese e mai la sensazione di poterla veramente vincere da protagonista. Inspiegabili i motivi. Ha militato in alcune delle squadre più importanti del continente e ha dimostrato di essere decisivo contro tutti nei vari campionati. In Europa però qualcosa sembra non funzionare. Non sembra scattare la scintilla. Mancano i suoi guizzi, i suoi assist, i suoi gol. Ogni anno sembra poter essere quello giusto, eppure il finale rimane sempre lo stesso. La prossima stagione probabilmente avrà una delle sue ultime chance di portarsi a casa la coppa dalla grandi orecchie. La vittoria lo condurrebbe nel pantheon dei più grandi di sempre, un’altra sconfitta non cancellerebbe quanto di clamoroso realizzato negli anni di carriera.
This post was last modified on 4 Ottobre 2016 - 09:35