“La Juventus ha finito il suo ciclo”, esattamente un anno fa questo era questo il pensiero di molti, la squadra non macinava più gioco e gli uomini cardine non rendevano. Sconfitte pesanti e pareggi con le piccole stavano per affossare la banda Allegri, poi arrivò quel derby chiuso da una zampata di Cuadrado ed il resto è ormai è storia.
Quest’anno la Juventus ha imparato dagli errori passati: nove partite tra le sette di campionato e le due di Champions, sette vittorie, un pareggio con il Siviglia e una sconfitta contro l’Inter, 19 gol fatti e 4 subiti. Sono questi i numeri di una Juve che pare aver impattato subito bene la stagione 2016/17.
La Juventus si è dimostrata subito capace e cosciente dei suoi mezzi, nonostante le pesanti partenze estive di Pogba e Morata e la defezione di Marchisio a centrocampo. Certo ancora non tutti i pezzi sono al posto giusto, il centrocampo è ancora in fase di rodaggio ed in difesa è possibile solo un turnover minimo, ma la personalità di questa squadra trascinata dalla coppia Higuain-Dybala, si è rivelata più forte di tutti gli imprevisti.
C’è da dire che la Juventus che ad ottobre 2015 aveva meno della metà
dei punti attuali, aveva sofferto maggiormente le partenze estive, che avevano privato la squadra della sua spina dorsale (Pirlo, Vidal, Tevez), ed era ancora alla ricerca di un gioco e di una identità. Era una Juventus quella che era incappata in pesanti KO contro Roma (0-2) e Napoli (2-1), dirette avversarie per il titolo, ed in preoccupanti pareggi contro Chievo e Frosinone, dove la squadra non aveva dimostrato un bel gioco e la tifoseria aveva iniziato a rumoreggiare. Infine i giocatori, primo su tutti Dybala, erano ancora alla ricerca della loro posizione e della loro raison d’etre in una squadra che aveva perso compattezza e cercava un fulcro di gioco.
Un anno dopo la Juve ha le radici nei senatori, nella BBC, che fanno da nuova spina dorsale alla squadra. Pur non giocando sempre bene infatti, i bianconeri riescono sempre ad essere nella giusta mentalità e ciò ha permesso di raggiungere la vittoria anche in partite dove si è giocato meno bene (come ad esempio contro il Palermo). Allegri quest’anno è riuscito a dare un’impronta ben delineata al gioco da subito, gestendo bene gli uomini (nonostante alcuni malumori) e ha cucito addosso ai giocatori cardine il proprio ruolo, incorporando con sempre più minutaggio i giovani da far esplodere come Pjaca e Rugani. Il risultato è una squadra che è tornata ad essere temuta: solidissima in difesa la Juve viene affrontata dalle avversarie sulla difensiva, con la consapevolezza che alla prima apertura il duo argentino formato da Dybala e uno spietato Higuain (al suo sesto gol in sette partite) non ci penserà due volte a colpire.
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