Allegri lo ripropone di nuovo in campionato contro l’Empoli nel lunch-match del Castellani, chiuso nel giro di 5 minuti con un netto 3 a 0 siglato nella ripresa (Dybala al 65’, doppietta di Higuain al 67’ ed al 70’).
Da quando siede sulla panchina della Juventus, il mister spesso e volentieri si è trovato ad utilizzare il sistema di gioco ereditato dal predecessore, Antonio Conte. Un modulo che ha fatto le fortune della Juventus da quando l’attuale manager del Chelsea lo ha sperimentato e fatto apprezzare al calcio italiano, abbandonando il 4-2-4 super offensivo e fin troppo spregiudicato.
3-5-2 PER IL TRIO BBC
Un sistema, il 3-5-2, che permette di sviluppare un buon gioco e, soprattutto, di far schierare in contemporanea tutti e tre i difensori centrali che il mondo invidia alla Juventus: Barzagli, Bonucci e Chiellini. Giocatori di grande esperienza che, come espresso più volte da Massimiliano Allegri, insieme ad un grande portiere come Buffon ti fanno vincere i campionati, riducendo di molto le reti subite.
L’IMPORTANZA DELLA QUALITÀ
Ma le vittorie, di certo, non si ottengono con lo 0 a 0. E’ necessario macinare ed imporre il proprio ritmo, far girare la palla velocemente e creare palle gol per gli attaccanti. In sostanza ti devi munire di calciatori che facciano la differenza anche e soprattutto dal punto di vista tecnico, con il pallone tra i piedi. Si veda, per esempio, la fondamentale importanza di Leonardo Bonucci che, in cabina di regia nel ruolo di difensore centrale in mezzo a Barzagli e Chiellini, spesso si rende decisivo con i propri assist anche da distanze impossibili. Se poi ci aggiungiamo le incursioni di centrocampisti del calibro di Khedira e, da ultimo, il bosniaco Pjanic, all’improvviso scopriamo di avere tra le mani un giocattolo micidiale.
Le statistiche in questo senso parlano chiaro, con entrambi i giocatori che dall’inizio della stagione hanno segnato due gol con la maglia bianconera, scaturiti da inserimenti senza palla e da proiezioni in attacco. Elementi completi che, pur avendo un’attitudine da rifinitore, danno un apporto non trascurabile anche in fase realizzativa.
MAGARI UN DOPO PIRLO
Nonostante gli acquisti roboanti del mercato estivo, bisogna considerare anche la mancanza, forse, di un vero e proprio geometra a centrocampo. Vero è, che la serie di vittorie della Juventus hanno, in parte, fatto accantonare la questione, la quale, tuttavia, riemerge con prepotenza quando ti accorgi che Max Allegri è costretto a reinventare Hernanes e Lemina registi davanti alla difesa. Giocatori riadattati che, a volte, mostrano qualche difficoltà in un ruolo dove in pochi, pochissimi, hanno una visione periferica e tempi di gioco come Andrea Pirlo.
IL SACRIFICIO DI DYBALA
Con un Higuain meno propenso al sacrificio ed in effetti devastante più vicino alla porta, Dybala si è scoperto avere caratteristiche che ricordano in parte Carlitos Tevez, con un atteggiamento più arretrato ed aggressivo. Lo scopo evidente è quello di ricevere il pallone tra le linee e rendersi pericoloso con guizzi ed invenzioni determinanti.
IN CHAMPIONS EFFICACE MA NON SEMPRE
Il 3-5-2, ed è un dato inconfutabile, in campionato ha permesso alla Juventus di ottenere vittorie importanti. Del resto i cinque scudetti consecutivi sono derivati proprio dall’utilizzo di questo schieramento, messo da parte solo in poche occasioni prima da Conte poi da Allegri. Un’efficacia che sembra aversi anche in Champions League dove, a differenza della Serie A, la Juventus si trova a fronteggiare squadre che nella maggior parte dei casi non si chiudono in difesa ma aggrediscono. Un torneo molto diverso dal campionato dove, per questo, possono aumentare i patemi per la Vecchia Signora che rischia di diventare più prevedibile. Ciò che può venire a mancare, inoltre, è l’equilibrio sugli esterni, i quali devono partecipare ad entrambi le fasi, difensiva e di attacco, con eccessivo sacrificio fisico.
VA BENE COSÌ
D’altra parte, se vogliamo, come diceva una vecchia canzone di Vasco Rossi, va bene così. Vedremo se in futuro Max Allegri proporrà altri schemi di gioco, magari più efficaci, come accaduto negli ultimi minuti a Zagabria, passando al 4-2-3-1 ed inserendo Pjaca e Cuadrado esterni d’attacco. In ogni caso i risultati stanno dando ragione al tecnico livornese e, se i frutti son questi, ben venga la continua riproposizione di un modulo, il 3-5-2, decisivo certo in campionato ma da riconsiderare forse, parzialmente, in Europa.
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