I ceffoni educativi

Siamo a soli 10 giorni dalla trasferta nella Milano nerazzurra, ovvero l’uscita stagionale più inconsistente e impalpabile della Juventus che infatti è rientrata dal Meazza con la prima e unica finora sconfitta stagionale, ma l’eco di quella partita non si è ancora spenta. Troppo brutta la Juve vista contro l’Inter, troppo molle, e persino presuntuosa, figlia di un ruolino fin lì invidiabile fatto di 4 vittorie e un pareggio (in Champions) e la sensazione di trita-avversari alimentata da alcune ottime uscite.

IMPARARE DAI PROPRI ERRORI – Il capitombolo milanese poteva avere un suo perché se la reazione fosse stata di un certo tipo. Per carità, siamo ben lontani dal cul de sac in cui eravamo un anno fa dopo Sassuolo, e quindi i toni sono stati più morbidi, ma anche al termine di quella partita il Mister e un paio di “senatori”, capitan Buffon su tutti, han pensato bene di far sentire la propria voce e metterci la faccia. Ripetiamo, la situazione è ed era molto diversa, abbiamo il triplo dei punti dello scorso anno e si è trattato del primo vero scivolone, ma quello che non è piaciuto a tutti è stato l’atteggiamento di chi è sceso in campo. Forse la formazione non era la migliore possibile, ma chi è stato chiamato in causa poteva e doveva fare molto meglio e molto di più. Mai come in quell’occasione ci siamo resi conto che le partite non si vincono per principio, o per volontà divina, ma anche quando sei il super favorito sulla carta se sul campo non ti danni l’anima non arrivi da nessuna parte. Conte alla sua prima stagione alla Juve ha vinto un campionato contro qualunque pronostico, figuriamoci la partita secca dove può influire addirittura un singolo episodio. La speranza di tutto l’ambiente era che quella sconfitta, così come altre in passato, potesse essere la lezione da imparare e da ristudiare alla nausea per non ricadere nell’errore della presunzione, quei ceffoni che si ricevevano una volta per le malefatte peggiori.

UN RISVEGLIO DA FAR DURARE – Domenica contro il Palermo e ieri contro la Dinamo Zagabria sono arrivati i 3 punti, anche se in maniera molto diversa. Nel turno di campionato la Juve non ha ancora brillato, sono piovute mille critiche, si è vinto con un gol rocambolesco, eppure le occasioni create sono state molte. Questa è la vera forza della Juve di quest’anno: avere tali e tante soluzioni da riuscire a creare molto anche giocando sottotono. I campioni ci sono e in queste circostanze ci sta che sia proprio uno di loro a risolvere le partite, altrimenti tanto varrebbe andare avanti con onesti comprimari. Tutt’altra faccia la partita di ieri, in cui abbiamo dominato senza soluzione di continuità dall’inizio alla fine della partita, portando a casa uno 0-4 fuori casa che non si vedeva da secoli. Sicurezza, decisione e concentrazione, così come doveva essere per l’imBanner_editoriale_Dario_Ghiringhelli1pegno di Champions dopo il pareggio interno al primo turno. La squadra ha corso e lottato su ogni pallone con il pressing portato alto su chi impostava il gioco, le giocate provate spesso e quasi sempre riuscite (chiedere al duo Pjanić – Higuain in occasione del secondo gol), i campioni hanno risposto tutti presente. Buffon inoperoso ancora una volta, con un bacio alla traversa, tanta voglia da parte di tutti gli altri. Sì, hanno detto in tanti che era “solo” la Dinamo Zagabria, così come domenica era “solo” il Palermo. Ma sono queste le partite che fanno vedere se la squadra ha voglia e segue il Mister o le proprie idee. Il criticatissimo Allegri riceve a ogni intervista post-gara i ringraziamenti da un certo Dybala. Che per la cronaca ieri si è anche sbloccato con un gol stupendo.

Sullo 0-4 continuavano a correre dietro gli avversari, senza cali di tensione, e propensi più a cercare il quinto gol che a difendere il risultato acquisito. A volte uno scoppolone ci vuole, e se si impara la lezione si fa volentieri a meno di prenderne altri.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

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