Allegri è stato chiaro: chi pensa che questa Juventus sia una macchina perfetta commette un grave errore. Questa squadra ha cambiato tanto negli ultimi anni, cercando di migliorarsi, di restare sempre al top e questi cambiamenti, in parte fisiologici in parte determinati dalle logiche di mercato e del bilancio, hanno modificato la fisionomia della Vecchia Signora.
VECCHI DETTI – “Squadra che vince non si cambia” dice un vecchio detto, ma in questo specifico caso, vogliamo permetterci di contraddire questo proverbio e fare un parallelo con la Juventus attuale. In tanti, dopo qualche prestazione non brillantissima (Siviglia, Inter e Palermo su tutte) hanno cominciato a parlare di una Juve non imbattibile, di bianconeri in crisi, di squadra e di giocatori non all’altezza. Ecco, esattamente non all’altezza di cosa? Una squadra che vince 5 scudetti di fila di colpo non è più competitiva? Quello che probabilmente ai più è sfuggito è il fatto che la Juventus sia, di fatto, un cantiere.
CAMBIARE POCO PER CAMBIARE TANTO – Chiariamo: Marotta non ha, sapientemente (?), operato una rivoluzione in estate: sono partiti molti esuberi e si sono registrate due cessioni importanti come quelle di Morata e, soprattutto, Pogba. Non vogliamo riprendere il discorso della cessione del francese, ma è necessario sottolineare che quando cedi alcuni elementi chiave di uno scacchiere tattico, inizialmente è necessario avere pazienza affinchè i nuovi elementi possano integrarsi. “Ma la Juventus ha cambiato solo 2-3 pedine tra i titolari” direte voi. Giustissimo: al netto di Dani Alves, Higuain e Pjanić, la Juventus è rimasta la stessa dello scorso anno, almeno negli uomini. Si perché se l’11 titolare non ha subito stravolgimenti, il modo di giocare ha indubbiamente risentito di questi cambiamenti e questo si è notato nelle prime uscite stagionali. Anche qui, va precisato che la Juventus ha fatto una preparazione più orientata alla Champions e che quindi il pieno rodaggio verrà raggiunto solo tra Novembre e Dicembre, quando i bianconeri raggiungeranno il 100% e potranno, finalmente, contare sul rientro di un giocatore chiave come Marchisio, previsto per metà Ottobre.
RINGIOVANIMENTO – Oltre a quanto detto prima, la Juve fa i conti con il fattore anagrafico: anche grandi campioni quali Buffon, Barzagli e Chiellini contano un anno di più sulla carta d’identità, per non parlare dei vari Lichtsteiner, Evra e Dani Alves. Se le prestazione di questi risultano di alto livello, è altrettanto vero che non sono eterni e sarà necessario trovare dei degni eredi. In questo la Juventus si è già mossa, portando a Torino giocatori come Rugani, Dybala, Pjaca e Mandragora, i quali cresceranno all’ombra di campioni già affermati per diventare le stelle bianconere di domani. Anche questo, tuttavia, influisce sulla stabilità e sul rendimento di una squadra: integrare nuovi giocatori, ancor più se giovani, richiede tempo e, soprattutto, pazienza.
La nuova Juventus non è una macchina perfetta, non ancora almeno, ma un cantiere a cielo aperto dalle enormi potenzialità. Pensare che, avendo vinto per 5 anni di fila, non fosse necessario un qualche rinnovamento, sarebbe da folli, così come lo sarebbe aspettarsi 38 partite (per quanto riguarda il campionato) in cui si domini nel gioco e nel risultato. La partita di Palermo è un esempio del carattere di questa Juve: si può giocar male rispetto allo standar e portare a casa i 3 punti e, in fin dei conti, la classifica non tiene conto di quanto tu abbia giocato bene, ma di quanti punti ottieni nel cammino verso lo scudetto.
This post was last modified on 27 Settembre 2016 - 17:55