Ora noi vediamo un giovane talento in rampa di lancio. Un Marko Pjaca che vuole spaccare il mondo con le sue accelerazioni e le sue giocate. Vuole conquistare una maglia da titolare nella Juventus e che vuole dimostrare a tutti di essere stato un investimento oculato. Ma com’era Marko da bambino?
È dai campetti di Borovje, nella cara Zagabria, che inizia la sua storia. Qui aveva già dimostrato di essere il migliore e tutti lo volevano avere in squadra. Alla ricerca di sempre nuovi stimoli si cimentava in sfide impensabili per i bambini al suo fianco. Un gelato per riuscire a centrare 20 volte la traversa da metà campo. Risultato scontato e uno dei tanti dolci vinti in quegli anni.
La prima squadra in cui militò fu invece lo Zet, acronomio di Zagrebacki elektricni tramvaj. Se lo ricordano tutti in società e rimpiangono i tempi in cui potevano ammirare le sue giocate: “Sono bravi i nuovi, ma Marko era unico“.
Marko non era solo fenomenale a giocare a calcio. Era anche un ottimo studente. La sua vecchia insegnante di italiano lo ricorda così: “Era attento in classe e con le ragazze un veleno. Diventerà un campione ammirato in tutto il mondo, ma si iscriverà giustamente all’Università“.
Le basi per diventare un campione ci sono tutte. Fisico, talento e testa. Non gli manca nulla per sfondare. I tifosi delle Juve non vedono l’ora di gustarsi la sua esplosione. Il futuro sarà tutto dalla sua parte.
This post was last modified on 26 Settembre 2016 - 19:35