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Editoriale

Higuain-Mandzukic, la strana coppia che potrebbe fare le fortune della Juventus

La Juventus che sabato pomeriggio ha affrontato il Palermo è tornata a casa con tre punti in più in classifica, la sofferenza è stata però troppa paragonata invece alla pochezza del gioco espresso; uno, due se non tre passi indietro rispetto al match dello scorso turno infrasettimanale contro il Cagliari dove lo straripante uragano bianconero si era abbattuto con incurante violenza sulla debole resistenza abbozzata dai sardi.

allegriNel confusionario match del Barbera emerge su tutti un esperimento dello scienziato Allegri, non riuscito al cento per cento ma neanche fallito in toto, che con minuzioso lavoro giornaliero potrà magari diventare anche una costante di rilievo nel corso della lunga e piena di vorticosi impegni stagione della Juventus. La nuova chiave tattica in questione riguarda l’utilizzo dal primo minuto della “coppia pesante”; HiguainMandzukic, il tandem di prime punte che è stato protagonista per tutti e 90 i minuti giocati. Lo striminzito risultato porterebbe a pensare che i due attaccanti abbiano messo in campo una prestazione scialba, priva di contenuti narrabili, e invece così non è; il Pipita in sinergia con Super Mario sono uno degli argomenti cardini della partita con il Palermo. L’argentino, sfruttando i movimenti e le (poche, ma non per colpa sua) sponde per i compagni del croato, è riuscito in un paio di circostanze a trovare spazio tra le maglie della difesa e a mettere in difficoltà la difesa eretta da De Zerbi; al contempo l’ex Atletico Madrid ha fatto il suo solito lavoro sporco, risultando straordinariamente ed umilmente utile anche nel finale di gara quando c’è stato bisogno di farsi sentire nella propria area di rigore per spazzare via pericolosi traversoni ad opera degli avversari.

Allegri fa di Mandzukic il suo quadrifoglio, con difficoltà lo lascia in panchina anche a discapito dello stesso Higuain; con questo sistema di gioco, però, entrambi potranno aiutarsi ad esprimere le loro qualità e con l’inserimento del geniale e fantasioso Dybala, magari passando ad un 4-3-1-2, il reparto offensivo bianconero potrebbe davvero diventare un carroarmato inarrestabile. In assenza della “Joya”, però, l’ausilio principale per i due bomber dovrà arrivare soprattutto dalle fasce, in particolar modo dai piedi telecomandati di Daniel Alves ed Alex Sandro; aiuti e traversoni che in terra sicula non sono pervenuti tant’è vero che il numero 9 e il numero 17 hanno a lungo vagato nel deserto, dovendo arrivare fino alla metà campo per giocare palloni utili. Tirando le somme, quindi, il test del mister bianconero non è gettare ed anzi, con le giuste attenzioni e con ulteriore pratica, sarà una metodologia di gioco che potrà spesso essere esplicata sia nell’ambito dei nostri confini che su suolo internazionale. D’altro canto nel passato, recente e non, grandi squadre europee hanno trovato le loro fortune con questa formula: da Andy Cole e Dwight Yorke, i cosiddetti “Calypso Boys” di Alex Ferguson, ai “Galattici” Fernando Morientes e Raul, coppia storica del Real Madrid, passando per i bianconeri Gianluca Vialli e Fabrizio “Penna Bianca” Ravanelli.

Emanuele Catone

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