Trequartista e all’occorrenza mezz’ala. Andrè Horta non ha ancora compiuto venti anni ma ha già all’attivo un gol e giocate entusiasmanti con la casacca del Benfica. E pensare che i lusitani avevano già in casa il talento di Almada classe ’96, sfuggito per andare a giocare nei rivali del Vitòria Setùbal. Lì gli basta poco per approdare in prima squadra e fare le sue prime esperienze condite da due timbri in Primeira Liga, appena diciottenne. Quanto basta per tornare a Lisbona, dove tutto aveva avuto inizio e dove Horta avrà modo di mettere in luce le sue straordinarie doti di rifinitore.
FANTASIA ED ASSISTMAN – L’altezza ed il peso (1,67 metri per 57 Kg) non inducano in errore, il ragazzo ci sa fare, eccome. D’altra parte al Benfica sono abituati a crescere giovani talenti, dandogli fiducia nei momenti giusti e soprattutto con la pazienza di aspettarne l’esplosione, anche economica. Horta è un destro naturale, rapido e con ottima visione di gioco periferica. Ha ottimi tempi di gioco e di proposizione al sacrificio per la squadra. Sono queste le caratteristiche fondamentali che probabilmente gli hanno fatto mettere addosso gli occhi dei più grandi club europei, tra cui la Juventus. Con personalità va a cercare il pallone tra le linee per poi smistarlo agli attaccanti con ottimi passaggi filtranti. La sua è una dote da regista avanzato puro ma può essere schierato anche da interno di centrocampo.
CRACK – Il tecnico Rui Vitòria lo schiera dietro le punte nel 4-3-1-2, anche nella sua prima apparizione in campionato dove festeggia segnando il suo primo gol nella vittoria del Benfica per 2 a 0 sul Tondela. Un esordio da sogno, da vero Crack! Sguizzante ed intraprendente è una vera spina nel fianco per gli avversari, soprattutto considerata la capacità di non dare punti di riferimento nella trequarti. E’ rapido e non teme di disimpegnarsi nei dribbling uno contro uno, a volte esagerando altre volte con estrema efficacia, portando via l’uomo e consentendo ai compagni di attacco di smarcarsi in zona gol. Un formidabile fornitore di assist che, tuttavia, rischia di perdere lucidità quando arretra per liberarsi dalla marcatura ed impostare l’azione dalle retrovie.
NEL MIRINO BIANCONERO – Resta da capire come si muoverà la Juventus, soprattutto considerato il modulo spesso utilizzato da Allegri in campionato ed in Champions, dato che il 3-5-2 potrebbe essere poco funzionale alle caratteristiche di gioco di Horta. E’ altrettanto vero, tuttavia, come lo schieramento preferito dal Mister livornese sia il 4-3-1-2 ed anche come questo abbia dato i suoi frutti nelle scorse edizioni del torneo più importante d’Europa, portando la Juventus addirittura nella finale di giugno 2015 a Berlino, poi persa contro il Barcellona. A Marotta e Paratici il compito di trarre conferme dalle prestazioni del giovanissimo portoghese il cui futuro, chissà, potrebbe tingersi di bianconero.
Andrea Bernardini
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