La Juve vince a Palermo nonostante una prova opaca e molto poco convincente, un passo indietro rispetto a quello che si era visto contro il Cagliari.
Il Palermo di De Zerbi è sceso in campo con l’obbiettivo di tagliare fuori dai giochi i due “panzer” d’attacco, riuscendo a bloccare la manovra sulla trequarti facendo ripiegare il centrocampo a ridosso della difesa ingabbiando i due attaccanti. Un Pjanic ancora troppo arretrato e un Khedira in serata no, non sono riusciti a farsi valere in fase di impostazione contro un Palermo guerriero nel mezzo del campo, che grazie ad un pressing feroce, specie dopo il gol, ha messo in seria difficoltà una Juventus povera di idee e di gioco.
I risultati, specialmente in attacco, non sono stati quelli desiderati. I rifornimenti per Higuain e Mandzukic sono stati scarsi e poco precisi, centrocampo ed attacco sono parsi abbastanza disuniti e nemmeno le fasce sono state in grado di proporre gioco. In questo panorama l’unico collante sarebbe stato il consueto movimento di Dybala, che scende sempre sulla trequarti a prendere palla per smistarla, ma ne gli attaccanti, ne i centrocampisti, sono stati in grado di sopperire alla assenza della “Joya” bianconera. Pjaca è ancora acerbo, il minutaggio dato al croato serve ancora per inserirlo al meglio negli schemi, e l’assenza di Marchisio tiene Pjanic comunque ancorato sulla mediana, quindi come fare?
Tirando le somme si può dire che l’esperimento delle due prime punte può essere archiviato come un fiasco, almeno dal punto di vista del gioco. Certo, fare esperimenti nel corso della stagione è vitale per una squadra che non vuole trovarsi con l’acqua alla gola, ma quello di oggi ha solo dimostrato la mancanza di una reale alternativa a Dybala. Mister Allegri ora ha tre giorni per preparare la delicata trasferta di Zagabria e cancellare l’opaca prestazione del Barbera, e, senza esperimenti, dimostrare cosa sa fare la vera Juventus.
This post was last modified on 26 Settembre 2016 - 11:53