Le punte che portano i punti. Ieri Tevez e Morata, oggi la Joya, il Pipita e non solo

Tutti sognano di siglare il gol decisivo nella partita più importante, magari al novantesimo. Perché, si sa, nel calcio, molto spesso, la copertina se la prende chi butta quella palla in rete. Capita così che molte squadre vengano etichettate in relazione alla coppia di attaccanti che la contraddistingue. E così si passa di era in era, di 9 in 9, da seconda punta in seconda punta: prima c’erano Platini e Boniek, Vialli e Ravanelli, Trezeguet e Del Piero poi i più recenti Tevez e Morata ed infine l’attualissima Dybala e Higuain.

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I MIGLIORI? – Fare paragoni, specie tra epoche differenti, non è mai facile, si incorre in stucchevoli ed annosi ripensamenti che concluderebbero in un nulla di fatto. Le variabili da tenere in considerazione sono davvero moltissime. Ma di sicuro non par fuor di logica pensare che quella odierna sia una delle coppie più assortite di sempre. La classe, in particolare nei piedi di Dybala, non manca. Arricchita dalla potenza e dal rapace senso del gol del Pipita; un dualismo che non riesce a porsi limiti, perché pochi, in effetti, se ne intravedono: cosa può mancare ad un così completo connubio? Probabilmente solamente un po’ di rodaggio: nonostante già si vedano dialoghi esaltanti tra i due argentini, il meglio deve ancora venire e, siamo certi, verrà. Le vittorie sono la progenie del gol, per questo grandi cose ci si aspetta da questa squadra, non tanto (o non solo) perché può contare su questo tandem, quanto più perché (nulla togliendo a Nando Llorente e compagni) in panchina c’è gente che in panchina non starebbe in quasi tutte le altre rose. Probabilmente è questa la differenza sostanziale tra l’attacco di ieri e quello di oggi.

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PARAGONE – Un fantasista e finalizzatore argentino che completa e rifornisce una prima punta con innato senso del gol, su cui si hanno grandi aspettative. Un film già visto? Si, e in più “sale”: Berlino, Dortmund, Madrid e, chiaramente, Torino. Se il parallelo tra Tevez e Dybala non necessita di grandi spiegazioni, per quanto sia lampante la somiglianza, quello tra Higuain e Morata potrebbe essere più corposo e meno visibile. Caratteristiche diverse, se non addirittura opposte: lo spagnolo si esaltava negli ampi spazi, il coast to coast di Monaco riempie ancora occhi e cuori juventini; l’argentino è letale negli ultimi 16 metri, spadroneggia nel gioco aereo, non disdegnando nemmeno acrobazie balistiche di raro valore (anche qui, traboccano gli elogi del popolo bianconero, chiedere a Consigli e all’intera difesa del Sassuolo). In cosa si somigliano? Un numero 9 sulle spalle e una voglia matta di dimostrare, di fare sempre qualcosa in più per far vedere tutto il loro valore: Alvaro per esplodere definitivamente e magari farsi rimpiangere in quel di Madrid, Gonzalo vuole confermarsi sugli altissimi livelli della passata stagione, consacrandosi definitivamente come una delle punte più decisive del globo.

SUCCESSI – Morata e Tevez hanno aperto la strada, conducendo la Juve fino all’Olympiastadion, la Joya ed Higuain vogliono raccogliere la loro eredità, magari riuscendo dove i primi avevano fallito, se di fallimento può parlarsi. I gol sono importanti, anzi fondamentali. Ma quelli decisivi, quelli all’ultimo minuto della partita più importante lo sono molto di più. Come si sognava da bambini, magari in una finale, magari di una competizione importante, anche più dell’italiana Serie A.

 

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