Le vittorie annichiliscono le critiche, si sa. Un malcostume imperante nel mondo del calcio, dove c’è un continuo interscambio tra l’ottimismo e il catastrofismo cosmico. La Juventus ha vissuto questi sbalzi d’umore in prima persona questa settimana: dalla depressione post-Inter si è passati in rapida successione all’esaltazione generale con il poker rifilato al Cagliari. Roba da far ammattire il povero Max Allegri, il quale predica da sempre equilibrio, al di là dei risultati; un motivo per stimare l’ex Milan, dunque, c’è. Proseliti del calcio estetico, il messaggio è per voi: se proprio non apprezzate il tecnico toscano abbiate almeno il buonsenso di non farvi strumentalizzare in base ai risultati, talvolta frutto del caso e della sfortuna (es: Siviglia). Ricordate, il tafazzismo è sconclusionato quando non supportato dalle giuste riflessioni, da maturare sempre col tempo, ovviamente.
Storie di ordinaria follia. Un po’ come quella di Hernanes. Il capro espiatorio, il muro del pianto del tifo bianconero sul quale puntare il dito ogni qualvolta le cose vanno male. Vittima di commenti ingenerosi: “Bidone!”, “Parassita!”, mentre i più ironici tempo fa asserivano: “Hernanes all’asta? Ok, io metto 10 euro, anzi solo 5…”. E poi i fischi – assurdi – dello Juventus Stadium, all’esordio stagionale del profeta in campionato. Diventati ieri applausi come per magia, ai primi segnali di buona prestazione. Troppo facile, così. E i precedenti, anche illustri, non mancano. Come dimenticare l’accoglienza riservata a mister Allegri, arrivato a Vinovo tra sputi e insulti? Osannato, poi criticato, e poi osannato… in una routine che si protrae senza sosta.
Insomma, l’insoddisfazione di molti tifosi travalica confini inimmaginabili. Si vince? Manca il bel gioco. Si perde? Colpa delle scelte di Allegri. Nel frattempo, arrivano i trofei. Da 5 anni, senza sosta. E il carro, dagli infiniti posti, si riempie puntualmente. Ma prima o poi avrete ragione. Forse.
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