La sconfitta contro l’Inter è stata solo un acutizzarsi del suono della campanella d’allarme della difesa bianconera: 4 gol in altrettante partite di campionato sono un dato mai registrato per la BBC. Dato ancora più allarmante se si considera che ben 3 di questi gol sono scaturiti da calcio d’angolo. Cos’è successo a quello che è considerato il punto di forza della Juventus? Abbandoniamo gli allarmismi e analizziamo con lucidità ciò che sta accadendo al muro della Juventus.
ETÀ – Partiamo da un dato inoppugnabile, l’età anagrafica. Già, perché sebbene siano una delle difese più forti d’Europa, l’età media della BBC equivale a 32 anni, con Barzagli ad alzarla notevolmente. Lungi, però, dall’annunciare un precoce pensionamento di un muro che ha portato la Juve a vincere 5 scudetti di fila e a tornare grande in Champions League. Piuttosto, quello che comporta, può essere la necessità di maggior tempo per entrare in condizione ottimale, sia fisica che mentale, soprattutto considerando che, nella stagione passata, i tre pilastri della difesa Juventina hanno collezionato un totale di 164 presenze tra club e nazionale. Comprensibile allora un leggero ritardo di condizione in questo avvio di campionato.
CENTROCAMPO – Ma non sarebbe corretto attribuire le colpe dei gol subiti solamente alla difesa. La difesa compone le fondamenta della squadra ed è ovvio che, se cede il centro del muro, tutto ricada su di essa. Non una metafora a caso: il centrocampo, sicuramente non brillante sino a qui, sta condizionando le prestazioni della difesa. La mancanza di uno schermo adeguato davanti alla difesa – eccezion fatta per Lemina – costringe il reparto arretrato agli straordinari. La mancanza di adeguati incontristi nel mezzo, inoltre, fa sì che spesso la linea di centrocampo si abbassi a livello della difesa, portando più avversari in area di rigore bianconera. Un lavoro extra quindi, più difficile da affrontare quando ancora la condizione fisica non è al top, che sfocia inevitabilmente in errori ed imprecisioni. Ma non solo. La mancanza di un vero regista – con Pjanic che sembra troppo forzato in quella posizione – ha fatto sì che troppe volte ci si dovesse affidare al regista aggiunto della Juventus, Bonucci. Un regista aggiunto, però, diventa un’arma vincente quando rimane tale, ovvero un asso nella manica da sfoderare quando la vera fonte di gioco è bloccata. Lasciare l’impostazione del gioco sempre al numero 19, sebbene le sue doti siano indiscutibili, produce troppi lanci lunghi, che spesso equivalgono ad una palla persa e ad un nuovo attacco avversario.
ESTERNI – Un altro fattore da non sottovalutare è il cambio degli esterni rispetto alla stagione passata. L’arrivo di Dani Alves e la promozione a titolare di Alex Sandro garantiscono sicuramente più spinta e qualità ma anche meno copertura. Soprattutto l’ex Barcellona, in queste prime partite, ha spesso trascurato la fase difensiva costringendo Barzagli a operare da terzino e ad allargare le maglie della difesa.
SOLUZIONI – In attesa di tornare a vedere una difesa brillante, supportata da un lavoro adeguato del centrocampo, due sono le soluzioni per evitare che si incappi ancora in gol evitabili. La prima è il turnover. L’ampia rosa a disposizione di Allegri permette la rotazione dei titolari, in modo da concedere loro riposo per recuperare la miglior forma. L’arrivo di Benatia – che alla luce dell’avvio di stagione non sembra più esser stato solo uno sfizio della dirigenza bianconera – permette di inserire un giocatore che ha ben poco da invidiare ai titolari. L’infortunio del franco algerino però lascerà spazio proprio all’altra riserva della difesa bianconera, Rugani. Il giovane bianconero ha già messo in evidenza le sue qualità e il turnover dovuto alle tante partite potrebbe favorire la sua definitiva consacrazione. Sarà proprio lui stasera contro il Cagliari a concedere riposo a Bonucci. Ma se il turnover non si rivelasse una soluzione efficace ecco che si palesa la seconda soluzione, tanto chiacchierata dopo la sconfitta con l’Inter: cambio di modulo. Chiunque se ne intenda di calcio sa che la difesa a 3 va schierata solo quando sussistono tutti i presupposti per farlo: forma fisica, affiatamento tra i 3 e centrocampo in grado di coprirla. In caso contrario una difesa a 3 uomini può portare più svantaggi che benefici. E allora ecco che l’ampia rosa della Juve potrebbe permettere di schierare un più fluido 4-4-2. Bonucci e Barzagli centrali affiancati da Dani Alves(Lichsteiner) e Alex Sandro(Evra). Questa soluzione permetterebbe anche di risolvere i problemi a centrocampo, in attesa di Marchisio. Pjanic, affiancato da Khedira, avrebbe più libertà e sarebbe liberato da una parte dei compiti di regia, con il gioco che andrebbe a spostarsi maggiormente sui veloci esterni Cuadrado(Dani Alves) e Asamoah(Alex Sandro). Già la partita di stasera sarà un banco di prova per valutare l’eventuale conferma della difesa a 3, con Allegri pronto a cambiare le carte in tavola.
Insomma, la campanella d’emergenza suona ma le attenuanti e le soluzioni non mancano. La storia della Juve dimostra la sua grande capacità di imparare dagli errori e non sarà un avvio poco brillante a condizionare il proseguo della stagione della BBC, pronta a riprendersi il ruolo da protagonista non appena la condizione fisica tornerà quella dei tempi migliori. Nell’attesa, spazio alle alternative di qualità, vero punto di forza – troppo presto dimenticato- dei campioni d’Italia.
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