La Juve prende a pallonate la brutta prova di San Siro. E il malcapitato Cagliari: coraggiosi, i sardi, ma non possono niente contro la furia bianconera. Il baluardo Storari non basta a frenare la voglia di gol degli uomini di Allegri: ecco le pagelle.
Le pagelle
BUFFON, 6 – Pjanić sbaglia su un rilancio. E per poco non combina la frittata. Poi ordinaria amministrazione. Nell’intervallo lascia il posto a Neto, per un problema muscolare. (NETO, sv – Quarantacinque minuti da spettatore. Esordio stagionale).
RUGANI, 7 – Più deciso, più maturo: non è più il Rugani quasi impaurito della scorsa stagione. Tenta il contrasto con decisione, prende anche un giallo, ma sapeva di dover migliorare sotto quest’aspetto. E il gol è il premio per una grande prestazione.
BARZAGLI, 6.5 – Guida la difesa, al posto di Bonucci. Non è un regista, ma il suo carisma e la sua classe si fanno sentire. Sempre preciso, sempre pulito: chiedere a Borriello.
CHIELLINI, 6.5 – Se dietro si sbaglia, ci pensa Giorgione: rimedia lui al rilancio affrettato del numero uno. Conferma quanto di buono fatto vedere con l’Inter, dove era stato uno dei pochi a salvarsi. Una certezza.
DANI ALVES, 7.5 – Si sblocca, chiudendo uno schema da calcio d’angolo. Ma è ovunque: dall’esterno, spesso, si accentra e costruisce. È un regista aggiunto, oltre ad avere il piede caldo per i cross.
LEMINA, 6.5 – Ha una buona tecnica, ma gli mancano i tempi e le geometrie per fare il regista. L’avevamo detto, lo ripetiamo: Mario fatica davanti alla difesa. E, invece, da mezz’ala fa bene: si propone, si allarga e quasi la mette dentro. Ma non glielo dite: pensa di aver segnato.
HERNANES, 6.5 – Allegri aveva richiamato all’ordine i tifosi: basta criticare il Profeta. Almeno non per partito preso. E, infatti, il brasiliano riceve pure qualche applauso. Ma non è solo merito del tecnico: discreta la sua prova in regia, buona l’intraprendenza. Si trova Storari davanti, sulla via del gol.
PJANIĆ, 7 – Uno dei rimandati di Inter-Juve era stato Miralem. Il bosniaco era richiamato al riscatto: non più da regista, ma da mezz’ala. È un interno atipico: compiti da costruttore, tempi d’inserimento da centrocampista d’assalto. E piedi raffinati da trequartista: è suo l’assist per Alves e il tiro ribattuto sul quale segna Higuaín.
ALEX SANDRO, 7.5 – Gli esterni del Cagliari hanno avuto vita dura, durissima: coi due brasiliani s’è ballata la samba. Sandro spinge tanto, anche lui è spesso al centro del gioco e la sua esplosività è sempre più impressionante. Lo stacco per il colpo di testa, parato da Storari, ne è la prova.
DYBALA, 6.5 – Provaci ancora, Paulo: niente da fare, alla centesima non arriva il gol. Eppure la Joya, quando ne avrebbe la occasione, non forza la giocata: serve il compagno meglio piazzato. Mai una giocata sbagliata, sempre la cosa giusta. La rete arriverà: ne siamo certi. (PJACA, sv – Ha bisogno di tempo, lo avrà: poi la scena sarà anche sua).
HIGUAÍN, 7.5 – Gonzalo arriva in campo con la forza di un toro. Ha interiorizzato la delusione di Milano e l’ha trasformata in rabbia. Una rabbia che lo porta a impallinare Storari, unico vero muro tra il Pipita e una goleada. E la forma fisica inizia a essere quella migliore: tanto movimento, tanti scatti. (MANDZUKIC, sv – Praticamente assente, contro l’Inter, oggi parte dalla panchina ed entra solo sul finale).
ALLEGRI, 6.5 – Aveva letto male il big match di San Siro: errore che è costato caro. Ma stasera era vietato sbagliare: bisognava vincere e convincere. Riporta Pjanić all’interno, dandogli anche più libertà. E lancia il Pipita dal primo minuto, come andava fatto domenica. Il risultato vien da sé: bianconeri carichi a mille.
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