Prima partita per Pjanić da regista. Gara complicata e di difficile lettura. La Juve ha giocato male. Molto male, per la seconda partita consecutiva. La terza nelle prime cinque ufficiali, contando anche la prova dell’Olimpico con la Lazio. Non è mai riuscita a dare la sensazione di essere padrona del campo. Indietro di condizione e con nessun cambio di passo, eccezion fatta per Alex Sandro. Ha sofferto il ritmo imposto dall’Inter ed è andata in vantaggio solo grazie ad un’azione personale.
Il Pianista ex Roma è sembrato spaesato e non è riuscito a dettare i tempi alla squadra. Pochi passaggi chiave e spesso in difficoltà per il pressing avversario. Errori anche tecnici insoliti per uno della sua classe. Forse la pressione del palcoscenico lo ha condizionato e destabilizzato. Cosa che non dovrebbe accadere per un giocatore che ambisce a divenire il leader del centrocampo bianconero.
Pjanić ha comunque molte scusanti, dato che è solo alla seconda da titolare nella Juventus. La prima presenza in un ruolo così importante per l’intera squadra. Ci vorrà molto tempo però sia per raggiungere la migliore condizione sia per comprendere tutti i trucchi del ruolo.
Più che per caratteristiche personali di Miralem sembra essere un’esigenza generale schierarlo da regista. Risulta essere ovviamente sprecato così arretrato. Nella sua carriera ha dimostrato di essere decisivo da mezzala o trequartista. Lì dove può realizzare assist per i compagni o dove può concludere in porta grazie al suo ottimo tiro.
Allegri avrà modo di riflettere dopo questa sconfitta. Ci vuole un cambio di rotta deciso e il reparto di centrocampo sembra essere ancora un cantiere a cielo aperto. Pjanić è stato acquistato per essere il sostituto di Marchisio o di Pogba. Ora spetterà all’allenatore capire come valorizzare nel miglior modo possibile il talento in rosa.
This post was last modified on 19 Settembre 2016 - 16:07