Quando fai 16 tiri verso la porta avversaria, ne subisci solo 3, prendi una traversa, due e più volte ti ritrovi a tu per tu con il portiere avversario e non la butti dentro, non si può non imprecare verso la sfortuna. Il calcio è crudele, la Champions lo è di più. Questione di centimetri, di attimi sbagliati. E così, la prima in Champions della “nuova” Juventus sfuma con uno 0-0 in casa con il Siviglia. La squadra spagnola non è un’improvvisata. Ha vinto le ultime tre edizioni dell’Europa League, e per quanto la si possa ritenere indebolita dal mercato estivo, ha una compattezza di tutto rispetto. Tutto comunque troppo poco per questa Juventus, che è venuta a mancare in alcuni suoi uomini chiave che, prontamente, nel secondo tempo, Allegri ha sostituito per mettere in atto il forcing finale. Allora la domanda sorge spontanea: malasorte o scelte sbagliate?
SOTTO TONO. Si è capito che, per descrivere la serata di ieri, non si può non richiamare la sfortuna e le imprecisioni nelle troppe occasioni sciupate ad inizio partita e negli ultimi 15 minuti. Ma c’è dell’altro. Evra ha mostrato una condizione fisica precaria, poche spinte sulla fascia, una prestazione di contenimento che non può certo bastare quando devi aggredire e offendere gli avversari, soprattutto in Champions. Centrocampo troppo muscoloso, poca fantasia e troppe imprecisioni. La scelta di Asamoah può essere dettata proprio dal voler dare maggiore copertura sulla fascia sinistra. Purtroppo il ghanese delude le aspettative, soprattutto in fase offensiva, non offre le incursioni a cui ci ha abituato e non incide per niente sul match. Lemina fa il suo compito, soprattutto in fase di contenimento, anche lui però sbaglia qualche appoggio di troppo in fase di costruzione. Insomma, senza girarci troppo intorno, anche se Allegri ha sottolineato le problematiche fisiche che sta riscontrando Pjanic, anche a mezzo servizio lasciare fuori la qualità e la creatività del bosniaco in questa Juve è stato un errore, senza dubbio. Soprattutto in Europa, dove le squadre sono tutte ben organizzate e uno con la sua classe può accendere la lampadina e decidere la partita in qualsiasi momento.
POCA INCISIVITA’. Se si decide di fare a meno di Pjanic, non si può non ricercare incisività e corsa sulle fasce, per dare respiro alla manovra e per rendersi pericolosi costantemente in avanti. Purtroppo sia Evra che Dani Alves non hanno dato questo tipo di apporto. Soprattutto sulla fascia sinistra, quando il francese è stato sostituito da Alex Sandro, la Juve ha iniziata a rendersi di nuovo pericolosa con le avanzate del brasiliano che si conferma, ancora una volta, una freccia importante nell’arco di mister Allegri. Freccia a cui, evidentemente, soprattutto in Europa, questa Juve non può fare a meno. Anche Cuadrado poteva essere un alternativa sulla fascia destra, soprattutto a partita in corso, il colombiano può incidere e non poco in partite bloccate come quelle di ieri sera, anche alla luce della non perfetta prestazione sulla destra dell’ex terzino del Barcellona. Insomma le alternative di sono, Allegri avrà tempo di lavorare e capire ancora meglio le gerarchie e gli uomini che possono incidere e soprattutto in che modo. Il girone è ancora lungo, questo pareggio non è un dramma, sicuramente. Ci si aspettava e si aspetta di più da questa Juventus, soprattutto in Champions, dove quest’anno è chiamata a fare il definitivo salto di qualità e magari portare a casa quella Champions che manca da tanto, troppo tempo per una società dal blasone della Juventus. I ragazzi e mister Allegri dovranno avere le spalle larghe e il coltello tra i denti, la Champions è appena iniziata.
Aristide Rendina
This post was last modified on 15 Settembre 2016 - 12:57