Per oltre un decennio è stato il simbolo di una nazionale. Dicevi Stephan Appiah e pensavi al Ghana. Numero dieci e capitano della formazione africana. Simbolo di chi era riuscito a sbarcare nel calcio europeo, conquistando un ruolo importante. Dall’Udinese che l’ha svezzato e lanciato sino alla Juventus, con cui ha vinto sul campo uno Scudetto e una Supercoppa Italiana, passando per Brescia e Parma. Prima del triennio al Fenerbache e la chiusura di carriera italiana in Emilia-Romagna fra Bologna e Cesena. Tanti gli spunti e i temi toccati con l’ex centrocampista, fra passato e presente. Con uno sguardo particolare nei confronti dei suoi connazionali Kwadwo Asamoah e Emanuel Badu e delle sue ex squadre. Ecco quanto raccolto dalla Gazzetta dello Sport.
ASAMOAH – “Lo conosco da quando era bambino. Adesso che ha superato l’infortunio può tornare a essere uno dei titolari della Juventus. La sua bravura ad adattarsi a tutti i ruoli del centrocampo e sulla fascia sinistra lo rendono prezioso. Ha iniziato a fare l’esterno per caso con il Ghana ed è diventato fra i più forti del mondo. E’ un ragazzo d’oro. Le prime volte che arrivava in nazionale era timidissimo: non parlava con nessuno e dava a tutti del lei. In campo però si trasforma e diventa un leone. Oggi è un simbolo per tutto il Ghana”.
This post was last modified on 7 Settembre 2016 - 08:47