Bari, 1 settembre 2016, la cornice dell’ennesima dimostrazione dell’enorme sportività di Gianluigi Buffon. Probabilmente, già prima del match tra Italia e Francia, in pochi potevano nutrire dubbi sul grandissimo spessore umano, prima che squisitamente atletico e sportivo, del numero 1 della nazionale; ieri sono stati spazzati via anche eventuali residue perplessità in merito. Tuttavia non si tratta dell’unica prova che la partita di ieri ci ha lasciato in eredità, una ulteriore, di cui proprio non si sentiva bisogno, è quella della stupida inciviltà dei tifosi.
L’EPISODIO – Momento degli inni nazionali, l’inizio della Marsigliese viene accompagnato da una pioggia di fischi che quasi coprono le note dell’inno francese. Buffon inizia allora ad applaudire, esortando il pubblico a fare lo stesso. L’effetto è quello del leader che impartisce direttive: i fischi si affievoliscono lasciando spazio ad un fragoroso applauso che prosegue fino al termine dell’esecuzione.
RIFLESSIONE – Il gesto del capitano bianconero è tanto encomiabile quanto “normale”. Non si può, nella odierna cultura della tolleranza totale, aspettare il suo gesto per smettere di fischiare; non si può attendere di essere esortati a fare qualcosa che rientra nella pura normalità. Denigrare l’inno significa offendere la cultura, il passato e la storia dell’intero paese transalpino, solamente perché indossano delle maglie blu anziché azzurre. Lo sport, ma anche e soprattutto il calcio, sono tutt’altro. Grazie Gigi, hai sempre salvato tutti dalle conclusioni avversarie, ieri hai evitato, deviandola in corner, l’ennesima figuraccia.