Stop. Non si sentiranno più queste cose. Cose che riempiono i giornali, i siti, i bar, provocano discussioni, creano illusioni, fino a divenire vero e proprie masturbazioni mentali, ma che in fondo sono il pane quotidiano del tifoso di calcio.
Ecco, poi c’è il calcio. Quello giocato, quello fatto di sudore, calci, pallone, arbitro, fuorigioco e rigore non dato. C’è il profumo dell’erba, il tifo esagerato, la tessera del tifoso, lo striscione contro questo o quel calciatore. E noi non aspettavamo altro, che finisse questo teatrino del calciomercato, per poter finalmente addentrarci nel campionato e per analizzare un po’ la Juve messa in piedi da Marotta e Paratici.
La premessa iniziale da fare è che non bisogna mai fare paragoni. Né tra squadre, tanto meno tra calciatori. Non è un lavoro costruttivo, non è un lavoro semplice poiché è difficile da contestualizzare per la differenza esistente tra i vari periodi storici. La Juventus di quest’anno presenta un organico di tutto rispetto, al pari quasi delle big d’Europa (Barcellona, Bayern e Real Madrid per intenderci).
Il reparto difensivo (da sempre il punto di forza dei bianconeri) composto da Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Evra, Benatia, Lichsteiner, Dani Alves, Alex Sandro e Rugani è di gran lunga il più completo, non solo in Serie A ma anche nel panorama calcistico mondiale. Per mister Allegri c’è la possibilità di avere un sostituto per ogni ruolo e ampia scelta per il modulo difensivo.
In mezzo al campo ci sono state le cessioni di Pogba e Pereyra e gli acquisti di Cuadrado e Pjanic. Le preoccupazioni a centrocampo derivano però dall’infortunio di Marchisio e dai dubbi sulle condizioni dei vari Khedira, Asamoah e Sturaro. Il Principino dovrebbe rientrare a metà ottobre, ma il condizionale è d’obbligo quando si recupera da un’operazione al crociato. La presenza di Lemina e di Hernanes (dopo il mancato trasferimento al Genoa) dovrebbe, almeno numericamente, colmare eventuali carenze nel punto nevralgico del campo.
Il reparto d’attacco è stato anch’esso modificato rispetto alla scorsa stagione. In luogo di Alvaro Morata è stato acquistato Higuain dal Napoli e poi al posto di Zaza, trasferitosi al West Ham c’è stato l’acquisto di Pjaça dalla Dinamo Zagabria. Se si aggiungono anche Dybala e Mario Mandzukic il reparto non ha subito modifiche, anche se dal punto di vista tecnico-tattico la presenza di Pjaça potrà garantire soluzioni di gioco diverse da quelle dello scorso anno dove nel classico 3-5-2 si alternavano i quattro attaccanti in rosa.
Quest’anno mister Allegri avrà, o potrà avere diverse soluzioni di gioco, sia per lo schema di gioco da utilizzare, sia per la posizione in campo dei calciatori. Insomma il mister potrà divertirsi come vuole, ma dovrà anche essere bravo a riuscire a scegliere il calciatore giusto al momento giusto.
La rosa è così folta, organizzata e piena, che una volta al completo sarà difficile dire al Mandzukic, o al Dani Alves o al Cuadrado di turno che dovrà accomodarsi nuovamente in panchina. Oppure dire ad Evra e Lichtsteiner di cambiare ruolo per quella partita. Sarà complicato indovinare l’assetto tattico giusto, e/o spostare i propri calciatori in campo anche durante l’arco di una sola partita.
Ma tant’è. Questo è il ruolo di un allenatore di calcio, questa è la sua Juventus e di tutto ciò sarà senza dubbio soddisfatto.
E quindi, se va bene a lui, buon campionato a tutti.
Francesco Pellino