In una giornata come quella di oggi, dove un terribile terremoto ha devastato paesi interi nel centro Italia causando anche molte vittime, è difficile parlare della cosa più importante delle cose meno importanti, la splendida definizione che Arrigo Sacchi diede del calcio. Ci proviamo con un pochino più di distacco del solito, unendoci al cordoglio per le famiglie spezzate, analizzando quello che è successo e sta succedendo intorno alla partenza della serie A e ovviamente soprattutto intorno alla Juve.
UNA VOLTA ERA CALCIO D’AGOSTO – Attenzione a prendere sotto gamba le partite disputate fin qui, ma anche a prenderle troppo sul serio. Coi campionati che iniziano sempre prima, ci viene da fare una considerazione: in un anno dove non ci saranno competizioni internazionali, e in un Paese come l’Italia dove le temperature ad agosto sono ancora decisamente alte, è davvero necessario far partire il campionato così presto? E a ruota, un secondo pensiero: ha senso far disputare l’anticipo alle 18.00 a Roma? Dove ci saranno almeno 25 gradi se non di più? Sabato ci aspetta la trasferta contro gli uomini di Inzaghi, e non ci sono ancora le Coppe in settimana, dunque la domanda sorge spontanea: perché? Perché non alle 20.45? misteri legati alle televisioni, inevitabilmente, ma che rischiano di rovinare lo spettacolo. Pur essendo calcio d’agosto visto il mese in cui si disputano le partite, non lo è più nell’accezione di una volta, ovvero quella di calcio estivo, di amichevoli, di preparazione. Questo è calcio vero, le partite valgono tre punti, i gol e le disattenzioni difensive non sono più solo sorrisi o episodi da sistemare ma servono per muovere o meno la classifica.
UN BUON INIZIO – A dispetto di quanto fatto l’anno scorso, la Juventus è partita con una bella vittoria. Bella e convincente, con la sensazione di poter e voler giocare un bel calcio nonostante molti dei pezzi da 90 (non un numero a caso) fossero accomodati di fianco al Mister, e l’impressione che quando ha voluto chiudere la partita lo ha potuto fare senza troppi patemi. Il solito gol preso al primo tiro in porta su calcio d’angolo ci ha ricordato il pareggio-beffa col Frosinone di circa un anno fa. Buon per Buffon e compagni che questa volta è successo non a fine gara, ma in tempo utile per sferrare l’attacco vincente. Oltre al risultato e al gioco, fanno ben sperare anche la grinta e la determinazione messa in campo sia da parte dei nuovi (Alves è stato strepitoso; Higuain subito determinante) che da parte dei vecchi e soprattutto di quelli che devono lottare per meritarsi il posto, su tutti Asamoah e Lemina di cui tutti han parlato un gran bene dopo la prima. Ma è appunto la giornata 1 di 37, come ha ricordato lo stesso “Pipita”, e la strada da fare è ancora tantissima. Vale al contrario il discorso di chi ha steccato la prima, come l’Inter e in buona parte il Napoli. Abbiamo ancora davanti agli occhi gli articoli dell’inizio dello scorso campionato dove si sciorinavano i record negativi dell’Allegri-bis, e poi sappiamo come è andata a finire. Anche il rischio dell’illusione effimera è forte di questi tempi, e lo sanno bene nella Roma giallorossa, che dopo aver surclassato 4-0 una Udinese irriconoscibile, ha dovuto fare i conti con la dura realtà dell’Europa che conta, e si son trovati fatti fuori in casa da uno 0-3 contro il Porto (non il Ludogorets, ma nemmeno il Real Madrid ecco).
La prima gara ha dato ottime indicazioni nel far immaginare un bel campionato dei bianconeri a dar seguito a un mercato scintillante, a dimostrazione che non si son comprate solo figurine, come spesso succede nei ricchi club degli sceicchi, ma giocatori assolutamente utili e funzionali alla squadra. Allegri avrà di che divertirsi nel farli ruotare e giocare, e noi speriamo di divertirci con lui. In fondo si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)