Col giusto piglio, con la perfetta mentalità, con i campioni immensi per puntare in alto. Eccola, la nuova Juve. Che gioca, rischia, si fa male. Poi però alza la testa e si scuote: ci pensa il Pipita, dopo tutte le chiacchiere, dopo tutte le risate, dopo tutti i milioni. Ci pensa il Pipita: e qualcosa, in un certo modo, torna. Altro che cabala: si chiama karma.
Ecco le pagelle dei bianconeri.
BUFFON 6 – Un’uscita col brivido, qualche pallone giocato, tanta voce a mettere ordine: solito Gigi, solita Juve. Poco da fare sul gol di Kalinic: poco, non nulla.
BARZAGLI 6.5 – Bernardeschi va, lui gli sta dietro: chi vince? Inutile rispondere, è la bellezza del campo quando parla: e dice Barzagli, ancora una volta.
BONUCCI 6.5 – Se la gioca, con la tranquillità e la calma dei forti. Kalinic non fa paura, né Leo gli permette di avere un filo di voce in capitolo. Eccola, la differenza: quanto ha contato la sua grinta questa sera, quanto sarà decisiva in futuro.
CHIELLINI 7 – Dato che dietro Alonso e Ilicic gli stanno stretti, di tanto in tanto si prende il lusso di avanzare e dettare legge. Il cross che vale la capocciata di Khedira è da standing ovation, l’entrata su Kalinic a fine primo tempo pure.
DANI ALVES 6.5 – Nessuna blasfemia se quei tocchi con Dybala ricordano i bei tempi andati con Leo Messi. L’asse è simile, l’intesa va a farsi uguale. Dani, nel frattempo, ci mette anche una sana dose di cattiveria agonistica: non ha guastato, neanche un po’.
KHEDIRA 7 – Lo stacco in corsa è da attaccante consumato, l’inserimento da centrocampista di spessore qual è. Non è al meglio: si pone al meglio. C’è una bella differenza, e l’ha sempre aiutato nel corso della sua carriera. Sarà un anno tutto di corsa: come quella che gli ha portato la prima perla in bianconero.
HERNANES s.v. – Pochi minuti per il brasiliano
LEMINA 7 – Filtro, copertura, qualità. Non è il regista ideale, ma ci mette voglia e cattiveria. Il talento resta da sgrezzare: questa Juve però non può dipendere dai suoi piedi.
ASAMOAH 8 – Quanto sta bene, Asa. E quanto corre, e quanto serve. Decisivo per tutta la partita con i suoi strappi e la sua intelligenza, fondamentale con quel passaggio dentro che libera Khedira. Poi ci pensa Higuain, vero: ma tutto parte da lui.
ALEX SANDRO 6 – Bene e male, necessariamente in quest’ordine. È l’anno di Alex Sandro, ma deve volerlo: l’errore che porta al calcio d’angolo preda di Kalinic è da matita blu. E Allegri si farà sentire.
DYBALA 6.5 – Fermarsi, pensare, ripartire. La bellezza del suo gioco si specchia nella luce fortissima di questa squadra: non è una lampadina, Paulo. È un lampadario di cristallo. Da far brillare nelle notti che contano, contro avversari che contano, per obiettivi che contano.
EVRA s.v. – Ordine e copertura. Un solo rischio: stavolta l’ha spazzata.
MANDZUKIC 6.5 – Fenomenale nel sacrificarsi, perennemente sul pezzo. Ma quando serve qualcuno in area, dov’è il croato? Non c’è, è sempre largo, sempre mal posizionato. Non è un caso il gol del Pipita dopo pochi minuti.
HIGUAIN 7.5 – Una liberazione. Col guizzo del nove, del bomber, dell’attaccante che serviva perché vivere vicino alla porta non è un lavoro come gli altri: bisogna saperci stare. Bisogna saperlo vivere, quell’attimo. Bisogna saperlo annusare. Non ha fatto nient’altro che Higuain: benvenuto Pipa. Otto minuti per entrare nella leggenda.
ALLEGRI 6 – Formazione giusta, cambi sacrosanti. Cosa bisogna chiedergli, in fondo? Tocca tenerlo buono tutto lì, quel talento. Tocca tenerlo fresco per i momenti di panico.
Cristiano Corbo
This post was last modified on 21 Agosto 2016 - 10:28