Mauricio Isla ha lasciato la Juventus: sarà un calciatore del Cagliari. A titolo definitivo, finalmente, dopo i prestiti al Qpr e al Marsiglia. I sardi hanno pagato quattro milioni e mezzo e i bianconeri hanno registrato una plusvalenza da 700mila euro. Cifre importanti, considerando lo scarso rendimento del cileno: grande promessa a Udine, delusione a Torino.
Tuttavia, qualche dubbio sorge: com’è possibile registrare una plusvalenza in questo caso? La Juventus ha acquistato Isla nel 2012, insieme ad Asamoah. Entrambi in comproprietà: il ghanese per nove milioni e Isla per nove milioni e 400mila euro. Contestualmente, il giovane Pasquato va all’Udinese, in cambio di un milione e mezzo per la sua metà.
Le speranze maggiori erano riposte in Isla, a dire il vero. Tuttavia, reduce da un grave infortunio, delude: gioca appena diciannove partite, quasi sempre sull’esterno destro, senza mai convincere. Infatti, a fine stagione, non viene riscattato.
Vengono versati nove milioni per la restante metà di Asamoah, mentra Isla resta in comproprietà. E stessa sorte tocca a Pasquato. Pur giocando di più, Isla fa male anche la stagione successiva. Non è più il calciatore promettente di Udine, si pensa.
Il problema è che esiste un accordo tacito per il riscatto. E i rapporti con la famiglia Pozzo sono eccellenti, impossibile non mantenere la parola. Servono nove milioni e 400mila euro, come da patti. Poi si deciderà cosa fare di Isla: ci sarebbero anche alcuni club italiani interessati.
Si arriva a giugno e la comproprietà va risolta: il cileno viene acquistato a titolo definitivo dalla Juventus, ma per quattro milioni e mezzo. Uno sconto di quasi cinque milioni: è comunque un danno limitato.
Bisogna ricordare una cosa: i Pozzo sono proprietari del Granada, nel 2014. E hanno in mano metà del cartellino di Pasquato, ormai vecchia promessa. Non sembra un calciatore che possa interessare più alla Juve, eppure viene riscattato per un milione e mezzo. Veneto come Del Piero, sebbene discretamente talentuoso, ha pagato il prezzo di qualche paragone pesante e affrettato.
Infatti, passa in prestito al Pescara, il primo settembre di quello stesso anno. E qualche giorno fa è stato ceduto a una squadra russa, il Kryl’ja Sovetov Samara, ancora a titolo temporaneo. Insomma: quel riscatto di qualche estate fa suona strano. Pasquato era fuori dai piani tecnici e, a conti fatti, non ha portato grandi guadagni.
Ma non è il caso più singolare dell’operazione Isla. Anzi: è proprio nel 2014 che arrivano alla Juventus due giovani, Hidalgo e Djaló. Dal Granada B, la squadra riserve della società dei Pozzo, che milita nella terza serie spagnola. Il primo viene pagato due milioni di euro, il secondo uno, per un totale di tre milioni. Che, sommati al costo di Pasquato, danno quattro milioni e mezzo: il risparmio su Isla.
Non c’è stato nessun comunicato ufficiale per i due. Si deve leggere il bilancio approvato il trenta giugno 2014 per saperne di più. C’è solo qualche articolo su Djaló, ufficializzato anche dal sito della Lega, mentre di Hidalgo non ci sono tracce.
Nicolas Hidalgo è un esterno destro, classe novantadue. Nella stagione 2013-14, ha giocato appena sette partite e ha segnato: numeri modesti, considerando che parliamo di terza divisione. Ha poi continuato a giocare in prestito al Granada, senza mai arrivare alla Juventus.
Il quindici luglio è passato in prestito al Cádiz, in seconda divisione, e il portale specializzato Transfermarkt lo valuta 300mila euro.
Marcelo Djaló, invece, è un difensore centrale, oggi ventiduenne. Prodotto della cantera del Real Madrid, è arrivato al Granada nel 2013. E dopo sette presenze, è stato acquistato dalla Juve. Lasciato anche lui in prestito, ha quindi iniziato una girandola di prestiti.
Circa un mese fa, è passato al Lugo, anch’esso in seconda divisione. Resterà un anno in prestito dalla Juve, poi sarà tesserato a titolo definitivo: a zero, si presume. Transfermarkt lo valuta 200mila euro.
Infatti, i due avevano firmato un contratto triennale, che non pensiamo gli venga rinnovato. Anche perché non hanno dimostrato particolari doti, tanto da non arrivare mai a Torino. E la prossima sarà la prima stagione a certi livelli, pur restando in categorie inferiori.
Precisiamo: non c’è niente d’illegale in quest’operazione. In questo modo, la Juventus ha evitato una minusvalenza sicura. Tuttavia, è un modo di operare che considera i calciatori come merce da spostare. Un meccanismo sbagliato: c’è sempre un uomo, dietro l’atleta. È sempre bene ricordarlo.
This post was last modified on 13 Agosto 2016 - 19:41