Premessa: è calcio d’agosto e le indicazioni vanno prese con le molle. Ma questa Juventus ha impressionato, per qualità e quantità di gioco creato, con una condizione fisica da migliorare e contro un avversario che inizierà il campionato tra una settimana. Insomma: se questo è l’inizio, questa stagione nasce sotto buoni auspici.
Juve da grande
Finché il fisico e il fiato hanno retto, la Juve ha giocato da grande squadra: pressing alto, recupero veloce e ritmi forsennati. Tutto condito da scambi di prima, verticalizzazioni e un vasto repertorio di colpi dei singoli. Se si cercasse la definizione di carro armato applicato al calcio, sarebbe davvero vicina a ciò che i bianconeri hanno fatto vedere nella prima mezz’ora.
Cambiare senza mai cambiare
Il camaleontismo tattico mostrato, con il passaggio nella stessa gara a vari moduli, sarà una chiave fondamentale. Allegri ha in mano una macchina perfetta, capace di adattarsi a ogni avversario e punirlo nei suoi punti deboli. La profondità della rosa e la sua immensa qualità permette di cambiare senza mai cambiare: una peculiarità già mostrata nella scorsa stagione, che sarà ancora più marcata quest’anno.
La costante è l’applicazione di precisi dettami tattici: far girare la palla, allargare sulle fasce e creare spazi al centro. Indicazioni applicate quasi alla perfezione dalla Juve, ancora in fase di preparazione. Manca qualche automatismo, che scatterà con il tempo, specialmente nei nuovi.
L’importanza degli esterni
Tuttavia, abbiamo già potuto apprezzare l’importanza del gioco sugli esterni. L’irruenza di Alex Sandro è la solita, ma sul lato opposto la classe di Dani Alves si fa sentire: l’asse con le due punte è già caldo, come dimostrano gli scambi con Dybala e Mandžukić.
Il cross per il croato, che ha poi fatto da sponda per Dybala, e il no-look per l’argentino dimostrano abilità tecniche fuori dal comune e un’ottima intesa in costruzione. Inoltre, Mario ha dimostrato di poter dare ancora tanto alla Juve, con le sue sponde e il grande lavoro sporco. Sarà importantissimo anche durante la fase di inserimento di Higuaín.
L’imprevedibilità: verticalizzazioni e colpi dei singoli
Il numero nove dovrà adattarsi a un nuovo stile di gioco, ma sicuramente le verticalizzazioni di Pjanić e i rifornimenti dai due esterni saranno pane per i suoi denti. E proprio il bosniaco si sta calando molto bene nei nuovi panni di regista, sempre al centro del gioco e potenzialmente pericoloso. Manca qualcosa, sì, ma la qualità messa in campo fanno ben sperare.
Inoltre, questa Juve è davvero imprevedibile: tante soluzioni tattiche, tanti colpi dei singoli. Se non si sfonderà con il giro-palla, ci saranno le giocate dei campioni, da Dybala a Dani Alves, arrivando a Pjaca. Marko ha subito fatto vedere le sue immense doti e la coscienza delle sue abilità lo possono portare davvero lontano. Da Londra, insomma, solo buone indicazioni e una vittoria che non fa mai male.