Luiz Gustavo è un brasiliano atipico: pochi fronzoli, tanta sostanza. Sarà che lui ci ha giocato poco, in Brasile. E neanche a livelli altissimi. Flamengo – club di cui è tifoso – e Santos l’hanno scartato, da bambino: molto più bravo il fratello, Jardel. Ma Luiz non si è mai scoraggiato: “Mi considero un lottatore”, ha detto in un’intervista.
La determinazione è sempre stata la sua dote principale: crederci, sempre e comunque. La svolta arriva nel 2004: il Corinthians Alagoano sta preparando la Copa São Paulo de Juniores e cerca nuovi talenti. Luiz Gustavo ottiene un provino e lo supera: è in quel torneo che diventa un centrocampista, prima giocava più avanzato.
Nel 2007, la vita lo mette alla prova: perde la mamma, Mariane, per un infarto fuliminante. Ma arriva anche una proposta importante per il suo futuro: quella del Crb, squadra della seconda serie brasiliana. Stringe i denti, legato com’è alla famiglia, e accetta: è la prima grande prova della sua carriera.
“Sono sicuro di star facendo tutto ciò che lei avrebbe voluto”, ha rivelato più avanti. Come se dona Mariane lo guidasse dall’alto. Sarà per questo che il destino di Luiz Gustavo incrocia gli occhi di un osservatore dell’Hoffenheim, in Brasile per seguire Carlos Eduardo, allora al Grêmio e passato poi al club tedesco.
Si gioca contro il Santo André: Luiz non fa benissimo, ma impressiona per la sua personalità. L’osservatore organizza un incontro in hotel con il presidente della società brasiliana: “Lo voglio”, gli disse. E così fu: passò all’Hoffenheim in prestito, proprio insieme a Carlos Eduardo.
Una promozione in Bundesliga e due stagioni in massima serie convinsero il Bayern Monaco a investire su Luiz Gustavo, nel gennaio del 2015. Diciassette milioni di euro e un contratto di quattro anni: erano lontani i campetti di periferia, adesso.
Vince tutto e viene pure convocato dalla Seleçao: nel 2013, firma la tripletta del Bayern Monaco. Gioca trentasei gare in quella stagione e segna quattro gol, entrando anche in finale di Champions, a poco dalla fine. Tuttavia, in quell’estate, finisce la sua avventura in Baviera: arriva Guardiola e lui va al Wolfsburg, che paga sedici milioni di euro.
Centodieci partite giocate in tre stagioni, nella città della Volkswagen: sempre titolare davanti alla difesa. Ma durante la sua carriera ha giocato anche da difensore centrale, terzino sinistro, centrocampista centrale e laterale: polivalenza che potrebbe far comodo anche alla Juventus, che lo segue con attenzione.
Luiz Gustavo è un centrocampista totale: difende, imposta e ha anche un buon tiro da fuori, aiutato da un fisico longilineo e asciutto. Potrebbe prendere il posto di Claudio Marchisio, interpretandolo più o meno come lui: tanta sostanza e qualità.
Ha la personalità giusta per far iniziare le manovra e non si tira mai indietro nei contrasti, uscendone spesso vincitore – anche se magari dovrebbe essere meno irruento. Nonostante tutto, è un elmento molto prezioso in fase difensiva: trentadue contrasti e ventisei duelli aerei vinti nell’ultima stagione. Inoltre, giocando in una zona molto delicata, il suo apporto risulta spesso decisivo.
È in fase d’impostazione che deve migliorare: solo il 18.2% dei suoi passaggi sono in avanti, mentre la maggior parte sono in orizzontale. Verticalizzazioni improvvise e precise possono dare ulteriore imprevedibilità a questa Juventus, ricca già di talento ed estro.
Tuttavia, il brasiliano potrebbe lasciare questo compito a Pjanić, per esempio.Insomma: Luiz Gustavo può essere una buona alternativa a Marchisio. L’ideale sarebbe Nemanja Matić, centrocampista del Chelsea, più efficace in impostazione e difesa, ma Conte ha posto il veto: non si muove da Londra. E, allora, Gustavo può essere un buon rincalzo, in un reparto che attualmente non ha un vero sostituto del numero otto bianconero.
This post was last modified on 7 Agosto 2016 - 08:54