Massimiliano Allegri è entrato in punta di piedi nell’ambiente Juventino, tra i malumori dei tifosi che ancora avevano negli occhi il terzo scudetto vinto da Conte. In due anni ha vinto due scudetti -polverizzando il record di vittorie proprio dell’ex ct azzurro – e ha fatto sognare i tifosi Juventini con la finale di Champions a Berlino. I suoi anni sono coincisi con il ritorno della Juventus a quella dimensione europea che mancava da tanto. Purtroppo però il calcio ha la memoria corta e difficilmente ricorda i secondi posti. In particolare alla Juventus, dove vincere è letteralmente l’unica cosa che conta, da dieci anni a questa parte il terzo è per un allenatore l’anno cruciale. Venti anni, non un periodo a caso: sono infatti gli anni che separano la Juve dall’ultima Champions League targata Marcello Lippi.
STAGIONE DECISIVA – Allegri si appresta quindi ad affrontare la terza stagione in bianconero, quella, a detta della storia, della verità. Se portare la Juve in finale con il Barcellona è stata un’impresa formidabile, ora, la situazione è diversa: se prima la Champions era un sogno, ora è un obiettivo reale, dichiarato. Non c’è più l’alibi del gap dai top team Europei e nemmeno quello della poca esperienza in campo europeo. La società ha piena fiducia in lui e nelle sue abilità, a tal punto da avergli regalato una rosa stellare. Adesso spetta ad Allegri ripagare questa fiducia ed entrare per sempre nella storia del club bianconero. La squadra ha fatto quel salto di qualità che serviva, ora spetta all’allenatore fare altrettanto. “La squadra è molto competitiva, ma ottenere i risultati non è scontato e si dovrà lavorare tanto per vincere”, con queste parole Allegri ha cercato di stemperare la pressione durante il precampionato. Che la strada sia dura è certo, ma è altrettanto certo che se dovesse mancare l’obiettivo Champions, la storia ci insegna che anche un eventuale terzo scudetto potrebbe non bastare a cancellare la delusione.
Marco Pusinanti
This post was last modified on 5 Agosto 2016 - 11:05