Massimiliano Allegri è entrato in punta di piedi nell’ambiente Juventino, tra i malumori dei tifosi che ancora avevano negli occhi il terzo scudetto vinto da Conte. In due anni ha vinto due scudetti -polverizzando il record di vittorie proprio dell’ex ct azzurro – e ha fatto sognare i tifosi Juventini con la finale di Champions a Berlino. I suoi anni sono coincisi con il ritorno della Juventus a quella dimensione europea che mancava da tanto. Purtroppo però il calcio ha la memoria corta e difficilmente ricorda i secondi posti. In particolare alla Juventus, dove vincere è letteralmente l’unica cosa che conta, da dieci anni a questa parte il terzo è per un allenatore l’anno cruciale. Venti anni, non un periodo a caso: sono infatti gli anni che separano la Juve dall’ultima Champions League targata Marcello Lippi.
I PRECEDENTI – Lippi, l’ultimo allenatore a vincere la Champions League nonché, non a caso, l’ultimo a sedere per più di tre anni sulla panchina bianconera, cinque per l’esattezza. Dopo di lui – tralasciando il medioevo Juventino, ovvero gli anni della serie B e del pre Conte – gli unici allenatori ad aver conquistato titoli non sono sopravvissuti alla prova del terzo anno. Si tratta di Carlo Ancelotti ed Antonio Conte, gli illustri predecessori la cui storia rende i sonni di Allegri meno tranquilli. Il primo, dopo la semifinale di Champions League (persa contro il Manchester United) e una coppa Intertoto conquistata, ha chiuso il suo rapporto con la Juve dopo tre stagioni altalenanti. Il secondo ha compiuto un’impresa eccezionale in Italia ma, al terzo anno, seppure per motivi ancora oggi non del tutto chiari, le strade di Conte e della Juventus hanno preso direzioni diverse. Due storie molto differenti quelle di Ancelotti e Conte alla Juve, ma con due elementi in comune: il terzo anno è stato quello dell’addio e nessuno dei due ha vinto la Champions League. Se sia una coincidenza non lo sappiamo ma il dubbio sorge spontaneo.
STAGIONE DECISIVA – Allegri si appresta quindi ad affrontare la terza stagione in bianconero, quella, a detta della storia, della verità. Se portare la Juve in finale con il Barcellona è stata un’impresa formidabile, ora, la situazione è diversa: se prima la Champions era un sogno, ora è un obiettivo reale, dichiarato. Non c’è più l’alibi del gap dai top team Europei e nemmeno quello della poca esperienza in campo europeo. La società ha piena fiducia in lui e nelle sue abilità, a tal punto da avergli regalato una rosa stellare. Adesso spetta ad Allegri ripagare questa fiducia ed entrare per sempre nella storia del club bianconero. La squadra ha fatto quel salto di qualità che serviva, ora spetta all’allenatore fare altrettanto. “La squadra è molto competitiva, ma ottenere i risultati non è scontato e si dovrà lavorare tanto per vincere”, con queste parole Allegri ha cercato di stemperare la pressione durante il precampionato. Che la strada sia dura è certo, ma è altrettanto certo che se dovesse mancare l’obiettivo Champions, la storia ci insegna che anche un eventuale terzo scudetto potrebbe non bastare a cancellare la delusione.
Marco Pusinanti