Dalle colone de La Gazzetta dello Sport, ecco Mircea Lucescu: dopo una vita in Ucraina sulla panchina dello Shakhtar, da quest’anno è approdato in Russia, precisamente allo Zenit di San Pietroburgo. Sì, proprio la squadra di Witsel.
“La prima partita non l’ha giocata perché si allenava da appena 5 giorni e rischiava di farsi male – ha subito puntualizzato l’allenatore -. Nella seconda, d’accordo con lui, l’ho mandato in panchina. Quando poi nel secondo tempo abbiamo fatto fatica, visto che giocavamo senza ben cinque dei titolari dell’anno scorso, gli ho chiesto se se la sentisse di darci una mano, e lui è entrato”. Detto questo, Lucescu conferma le intenzioni del belga: “Sì, vuole andare via. Ma è un bravissimo ragazzo, non ci crea problemi e non ci pressa. Aspetta. Io capisco la situazione e i giocatori, sono stato giocatore anch’io…Se arriverà una buona proposta, che accontenta sia lui che il club, bene. Per la Juventus prenderlo adesso rispetto all’anno prossimo vorrebbe dire anticipare i tempi (allo Zenit gli scade il contratto nel 2017, ndr) e avere subito uno che è già pronto a giocare. Chissà, magari potremmo anche convincerlo a continuare con noi, è un calciatore la cui presenza è essenziale nelle squadre in cui milita”.
Per Lucescu, infatti, Witsel ha “innanzitutto personalità ed è universale, copre tanto campo, in mezzo può giocare in tutti i ruoli e insieme a chiunque, tecnicamente è bravissimo, gioca con due piedi. Può fare il Marchisio e dare allo stesso tempo anche qualcosa in più nella fase offensiva perché sa farsi valere negli inserimenti ed è forte in area. Anzi, non vedo differenze al momento tra lui e Pogba se non, forse, la gioventù. E agli ultimi Europei al francese è mancata un po’ l’esperienza nell’adattarsi a un contesto nuovo, cosa che Witsel avrebbe sicuramente”.
È che la Juve, ad Axel, piacerebbe eccome: “La Juventus ha una pianificazione che mi piace tanto, specie perché avviene sempre passo dopo passo e senza mai farne uno troppo lungo. Con Higuain e Pjanic ha tolto a Napoli e Roma due giocatori importantissimi, mi pare che stia facendo come il Bayern Monaco in Germania: affronti uno forte che fa al caso tuo e l’anno dopo lo prendi. Anche indebolire l’avversario è una strategia…”