Higuain è un’ombra (cupa) e con lui c’è una «Vecchia Signora» che De Laurentiis osserva (apparentemente) disincantato, avvolto in quell’atmosfera quasi irreale da spazzare via in fretta, e prepotentemente. Il mercato è vorticosamente avviato, sa di danza ritmicamente orecchiabile: ma resta il sottofondo distante d’una chiacchierata, in esclusiva con il Corriere dello Sport-Stadio, che attraversa le sensazioni, il momento, le emozioni, il senso d’un “tradimento” che rimane e che aspetta (eventualmente anche) Icardi per essere elaborato.
Passata la delusione, De Laurentiis?
“Mezz’ora dopo ch’eravamo stati informati dalla Juventus della loro volontà di rispettare la clausola abbiamo cominciato a pensare al futuro. Avevamo capito, sin dalle prime dichiarazioni del fratello di Higuain, che si sarebbe corso il rischio di dover individuare un nuovo centravanti, e per questo le riflessioni erano state avviate, ma non pensavamo seriamente che sarebbe andato via, né che avrebbe cancellato con un colpo di spugna il suo triennio napoletano. C’è chi dice che parlare di tradimento sia esagerato, e invece io penso il contrario, perché in questa scelta c’è il senso pieno del tradimento, che comprende anche l’ingratitudine”.
Non s’aspettava da «una società di razza» che prendesse Higuain.
“Vorrei poterla chiudere senza spargimento di polemiche. Resta la mia considerazione nei confronti della Juventus, ma avevo immaginato un altro tipo di comportamento. Vero, c’era una clausola, non è stata commessa alcuna scorrettezza formale, ammesso che non si vogliano considerare tali le visite mediche notturne, però in questo calcio senza scrupoli, non si ha rispetto neppure dei sentimenti”.
La Juventus è sempre più padrona: ha fatto razzia di campioni.
“Io di Galactico, però, ricordo solo il Real Madrid. Nessuno è perfetto“.
This post was last modified on 27 Luglio 2016 - 16:53