Esperimento riuscito, almeno per ora. Se la prima uscita aveva visto il tradizionale 3-5-2, è giusto e doveroso provare soluzioni tattiche alternative, vista la ricca offerta della rosa bianconera di quest’anno. Contro il Tottenham, Allegri ha optato per il caro-vecchio albero di Natale, quel 4-3-2-1 visto solo in un paio di circostanze nel primo anno del livornese a Torino. Pjanic e Pereyra alle spalle dell’unica punta Dybala: terzetto fantasia davanti ad Asamoah-Hernanes-Lemina ed alla linea dei quattro composta da Lirola, Rugani, Benatia ed a quella specie di cingolato che corrisponde alle fattezze di Alex Sandro. Da Champions diretta e forse più, anche così.
“ROMPERE” SENZA INCONTRISTI. Esperimento valido finché è durato, ossia per almeno un’oretta. Gli “spurs” sono più avanti nella preparazione, ma se ne sono accorti in pochi dato che l’organizzazione difensiva non è mai stata il forte delle squadre allenate da Pochettino. L’imbarazzante intesa tra Ball e Carter-Vickers costringe il povero Wanyama agli straordinari che comunque non bastano, dato che i fraseggi del “terzetto fantasia” in maglia blu sono da mal di testa garantito. In questa fase della preparazione è importante lavorare non soltanto sul fisico, ma soprattutto sui concetti e sulle posizioni: il pressing juventino è alto, teso all’immediato recupero palla. Perché il gioco altrui si può spezzare anche senza avere incontristi, al di là dei luoghi comuni di chi ha capito poco del calcio moderno declinato in salsa catalana. Tre punte alte, Hernanes subito in pressing su Wanyama, difesa sul cerchio di centrocampo quando Vorm ha la palla: questi sono concetti, poi arriverà anche il fisico. La gara di questa mattina ha evidenziato soprattutto il lavoro tattico che sta svolgendo Allegri. Squadra corta e stretta, recupero palla immediato, grande attenzione nel riposizionarsi rapidamente dietro la linea della palla.
I NUOVI: BENE COSI’. Inutile ricordare che i più attesi fossero Pjanic e Benatia: se l’ex difensore ha potuto mettersi in mostra praticamente solo grazie al gol, visto lo scarso impatto offensivo degli inglesi, il bosniaco ha mostrato subito la sua inclinazione a fare gioco ed a partire da dietro per poi inserirsi in maniera letale. Nel 4-2-3-1 non giocherà sicuramente alle spalle della punta, ma nei tre di centrocampo: non ha i tempi del pressing né lo scatto breve per fare quel ruolo, ma l’esperimento è stato comunque utile. L’albero di Natale servirà soprattutto a valorizzare gli ingressi di Pjaca e Higuain e dare uno veste più “europea” al gioco bianconero, come d’altronde fatto col 4-4-2 “spurio” della stagione precedente.
LEMINA, ASAMOAH E RUGANI, LE NOTE LIETE. Vale la pena invece soffermarsi, in quanto ai singoli, su tre giocatori: Lemina, Asamoah e Rugani, Il primo è un giocatore di altissimo livello: se riuscirà a limare qualche eccesso di sicurezza, potrà ritagliarsi un ruolo di primissimo livello in un centrocampo in cui, a prescindere da Pogba, bisognerà fare i conti col ritorno differito di Marchisio e l’incostanza fisica di Khedira. Il secondo rappresenta un nuovo acquisto per la Juventus, e diventerà fondamentale soprattutto in caso di partenza di Pogba, dato che Allegri lo considera riserva naturale del francese sia per l’abilità nell’inserirsi quanto nel giocare largo e dare una mano in difesa. Il difensore ex-Empoli è invece un patrimonio che sarebbe da folli sperperare: sempre attento nelle chiusure e ben posizionato, autoritario e insignito anche della fascia da capitano nel finale di partita, rappresenta un futuro nemmeno troppo lontano. E il futuro non ha prezzo.
Gennaro Acunzo