Sono stati giorni confusi e confusionari, con voci di mercato che velocemente si susseguono e si intrecciano e si mischiano. La Juventus ha salutato, a malincuore, Alvaro Morata, tornato al Real Madrid.
Da questo momento in poi, i media e gli addetti ai lavori si sono scatenati, battendo sul fatto che i bianconeri necessitino di un rincalzo dello spagnolo: vero e indiscutibile, quanto meno numericamente.
Poche ore fa Marotta ha cercato, non riuscendoci (diciamocelo!), di chiudere sul nascere la storia Juve-Higuain: i due club si sono incontrati, la Juve, elegantemente, non pagherà la clausula e storia chiusa lì.. forse.
Ma quello che in molti, quasi tutti, sembrano aver dimenticato, è che la Juventus un grande attaccante ce l’ha già in casa. Parliamo di Mario Mandžukić, ariete croato che Madama ha accolto lo scorso anno, andandolo a prelevare a Madrid (ancora), ma stavolta sponda Atletico. Al suo primo anno in bianconero, Marione è andato a segno 13 volte in 36 apparizioni, fornendo, tra l’altro, anche 6 assist che valgono ciascuno come una rete segnata. Non male, ma forse non abbastanza per far dire ai tifosi bianconeri “Che ci frega di Higuain, noi abbiamo Mandžukić“.
ARRIVO IN SORDINA – Lungi da noi paragonare i due giocatori, ma vogliamo, doverosamente, spendere qualche parola per il numero 17 bianconero. Nell’anno in cui la Juventus ha perso, in un colpo solo, Tevez, Vidal e Pirlo, il suo arrivo è stato accolto un po’ di scetticismo dai più, nonostante un rendimento più che positivo (43 gare, 20 reti e 5 assist) con la maglia dei colchoneros. In molti continuavano a ripetere “eh ma non è Tevez” oppure “chissà se si adatterà al nostro calcio” e, in fine, “non è quello che serve alla Juve”.
GUERRIERO VERO – Mandzo ha pagato, come tutta la squadra, la partenza ad handicap dello scorso anno, andando poi però a sorreggere il peso dell’attacco bianconero sulle sue spalle. Il croato ha aggiunto quel qualcosa che mancava al reparto avanzato della Juventus ormai da tanti anni: quella pericolosità e quella fisicità che hanno tenuto sempre sul “chi va la” le difese italiane ed europee. Un guerriero vero, mai sopra le righe e sempre pronto al sacrificio.
L’abnegazione mostrata in campo lo hanno reso, nel corso della stagione, un idolo dei tifosi che sono stati catturati dallo spirito combattivo dell’attaccante croato. Il rispetto mostrato verso tutti gli avversari, senza per questo temere nessuno, ha ricalcato in pieno lo “stile Juve” che tanto è caro agli Agnelli.
IMPORTANZA TATTICA – Le sue sportellate con gli avversari hanno spesso aperto le difese, creato spazio e lasciato campo a Pogba, Dybala, Zaza e a tutti gli altri, dando loro la possibilità di risultare pericolosi e di rappresentare la soluzione imprevista e alternativa ai classici schemi d’attacco in cui la punta centrale prende palla, si gira e tira. Più di questo, come già detto, vogliamo sottolineare le innumerevoli volte in cui Mandžukić ci ha fatto strabuzzare gli occhi per i recuperi difensivi: primo uomo a difendere, primo a combattere su ogni pallone e sempre pronto a supportare centrocampo e difesa nelle fasi più concitate del match.
Col tempo Mandžukić si è affermato in bianconero, andando a strappare applausi e a convincere anche i più scettici. Adesso, nonostante il mercato ancora aperto e fermento, la Juventus sa di avere tra le sue fila uno degli attaccanti più completi e validi d’Europa. Le reti segnate pesano sempre, ma in termini assoluti, hanno un peso importante anche il sacrificio e l’impegno mostrato da un giocatore. Siamo sicuri che il croato quest’anno saprà ripartire da dove lasciato, con l’obiettivo di migliorare la scorsa stagione e puntare, con convinzione, al bersaglio più importante: quella “coppa dalle grandi orecchie” che a Torino manca ormai da troppo tempo.
This post was last modified on 18 Luglio 2016 - 19:28