L’inizio dei ritiri pre-campionato segna un punto simbolico, una specie di prima boa situata nel mare di trattative tipiche del calciomercato estivo. Si tirano le primissime somme, come se fossero i dati estrapolati dopo pochi minuti dall’inizio dello spoglio elettorale anticipandone in qualche modo l’epilogo, sciorinando una classifica in virtù delle compravendite già portate a termine e, in alcuni casi, addirittura sentenziando la classifica finale della prossima stagione.
JUVE GIA’ AVANTI – Tutto è lecito sotto l’ombrellone del resto: dalle fantasie causate dal fantamercato – ma anche dalle alte temperature – ai commenti tecnico-tattici sulle notizie provenienti dai ritiri. Tutto fa brodo in vista delle prime amichevoli stagionali. Solo che la Juventus, in questa prima fase di ristrutturazione, è come se stesse provando a sbaragliare già la concorrenza mettendo a segno colpi fondamentali e incrementando non poco l’elevato tasso tecnico già a disposizione. Eppure gli ultimi cinque anni vorrebbero che questa fase della stagione dicesse altro, specie in considerazione dei nove punti di scarto rifilati al Napoli – al netto di un recupero mostruoso – alla conclusione dell’ultimo campionato.
SACRIFICI DOPO I SORRISI? – Ma possibile che vi siano soltanto sorrisi in questa campagna acquisti, che sino ad oggi potremmo definire da sogno per la Juventus? Naturalmente no. E’ logico, nonchè necessario, fare anche dei sacrifici per sostenere lo sforzo economico attuato. In verità, i bianconeri hanno già salutato un giocatore importantissimo come Morata, tornato al Real Madrid in virtù della recompra esercitata dai Blancos. La Juve, incassato il cash, avrebbe dunque ripianato in buona parte l’esborso principale di questo inizio di mercato stanziato per pagare la clausola rescissoria di Pjanić alla Roma, del valore di 32 milioni di euro. Ma non è finita qui. Al di là della cessione di Padoin al Cagliari – che ha portato ad un incasso irrisorio – ed all’addio di Caceres svincolato, i nomi caldi fra i top in uscita sono sicuramente quelli di Paul Pogba e Leonardo Bonucci. Sul primo, probabilmente, la Juventus sarà chiamata a fare muro di fronte a qualsiasi offerta pervenuta – naturalmente entro i limiti del possibile – e sino all’ultimo giorno di mercato, come top player merita. Sull’asso francese la corte del Real Madrid, spietata nel mese di giugno, sembra essersi pian piano affievolita, mentre da qualche tempo è quella del Manchester United di Mourinho a preoccupare i tifosi bianconeri. Ad alimentare le paure di questi ultimi ci pensano le voci di mercato che vorrebbero la Juve concentrata su un grande nome: più Icardi o addirittura Higuain che Cavani, a meno che la società di c.so Galileo Ferraris non decida di puntellare l’organico con l’arrivo del giovane Gabigol dal Santos. Ecco, a quel punto potrebbe essere analizzato con attenzione il sacrificio di cedere Pogba per fare cassa e portare a casa uno dei tre tenori, anche alla luce di un altro possibile arrivo in prospettiva, ovvero quello del giovane croato Pjaca su cui la Juve sembra in netta posizione di vantaggio rispetto al resto della concorrenza. Allo stesso modo anche Bonucci ha destato apprensioni da mercato, in virtù della corte spietata di Pep Guardiola suo grande estimatore, maturata in una maxi proposta da 60 milioni. Ad ogni modo, nonostante l’offerta allettante e soprattutto l’arrivo di Benatia, il regista arretrato della Juventus pare destinato ad una permanenza a Torino meno travagliata rispetto a quella di Pogba. Del resto Benatia non possiede caratteristiche d’impostazione maturate ottimamente da Bonucci, e con l’addio del jolly Caceres il solo Rugani non basterebbe a dare supporto alla triade posta a protezione di Buffon su tre delicati fronti.
Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)
This post was last modified on 14 Luglio 2016 - 21:48